16 Dicembre 2013

Superbike, rivoluzione continua: via il commissario tecnico Fabio Fazi

L’ingegnere marchigiano Fabio Fazi non sarà più responsabile dei controlli tecnici del Mondiale Superbike. Defenestrato anche il collega americano Steve Whitelock. La rivoluzione partita con l’arrivo del nuovo gestore Dorna adesso coinvolge le figure di maggior spicco del campionato. Non è ancora noto il nome del sostituto. Fabio Fazi occupava una delle posizioni chiave del […]

L’ingegnere marchigiano Fabio Fazi non sarà più responsabile dei controlli tecnici del Mondiale Superbike. Defenestrato anche il collega americano Steve Whitelock. La rivoluzione partita con l’arrivo del nuovo gestore Dorna adesso coinvolge le figure di maggior spicco del campionato. Non è ancora noto il nome del sostituto.

Fabio Fazi, ingegnere di Ancona, era direttore tecnico SBK dalla prima edizione del 1988

Fabio Fazi occupava una delle posizioni chiave del Mondiale: per chiarire, lo stesso ruolo del potentissimo Charlie Whiting in F1. Fazi era il capo dei commissari tecnici che prima e dopo ogni round verificano la conformità regolamentare delle moto.  Lavorava per la Superbike dal 1986, due anni prima del varo del Mondiale: era stato uno degli ingegneri cui la Federmoto Internazionale aveva commissionato la stesura del primo regolamento.

E’ stato lo stesso Fazi a comunicare la clamorosa notizia in una lettera privata spedita a poche personalità del paddockDa dicembre 2003 la Federmoto Internazionale e la Dorna hanno deciso di non avvalersi più della mia collaborazione. Dopo aver contribuito alla definizione delle norme Superbike mi ero occupato della definizione regolamentare delle nuove categorie Supersport, Superstock 1000 e Superstock 600 fortemente volute dai fratelli Flammini (il precedente gestore del Mondiale, ndr) e che hanno conosciuto grande successo nei campionati organizzati dalla Federmoto Internazionale, dalla Federazione Europa e in tutto il Mondo.”

Chi ha cacciato Fazi? L’ingegnere italiano era un uomo della Federazione Internazionale con una collaborazione rinnovata di anno in anno. Aveva anche un ulteriore contratto direttamente con Dorna per la gestione tecnica dell’Europeo Superstock 600 che si corre sotto l’egida dalla EUM, la federazione continentale. Il licenziamento è stato comunicato dalla FIM ma non è difficile scorgere la longa manus della Dorna.

Fazi non era più compatibile con la gestione spagnola per almeno un paio di motivi. Intanto gli è stata fatale l’iniziale opposizione alla Evo, la nuova categoria che Dorna ha voluto per ridurre la sofisticazione tecnica e abbassare i costi. Poi aveva rapporti strettissimi con Costruttori e team maturati in ventisei anni di attività: in una parola, troppo potere. In Superbike le diatribe tecniche tra le Case sono all’ordine del giorno e sotto la gestione Flammini venivano risolte con arzigogolati compromessi di cui Fazi era quasi sempre l’architetto principale. La Dorna invece detta la linea e chi non ci sta è fuori. Vale per i Costruttori, i team e – da adesso – anche per i commissari della Federazione Internazionale.

Che a questo punto diventa anche in Superbike soltnto il passacarte delle decisioni prese da Dorna. Come avviene da un paio di decenni in MotoGP.

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