21 Febbraio 2013

Superbike con il pit stop, un rompicapo

Il servizio meteo di Phillip Island promette un debutto del Mondiale Superbike 2013 baciato dal sole. Quindi (a meno di clamorose sorprese…) stavolta non vedremo i piloti fermarsi ai box per cambiare le gomme in caso di variazioni delle condizioni dell'asfalto. Il regolamento si è adeguato alle esigenze tv: da adesso in poi niente più […]

Il servizio meteo di Phillip Island promette un debutto del Mondiale Superbike 2013 baciato dal sole. Quindi (a meno di clamorose sorprese…) stavolta non vedremo i piloti fermarsi ai box per cambiare le gomme in caso di variazioni delle condizioni dell'asfalto. Il regolamento si è adeguato alle esigenze tv: da adesso in poi niente più stop e tempi della diretta fuori controllo.

Nelle simulazioni di questi giorni sono durate sui 16-17 secondi.  L'operazione è complessa perchè, per regolamento, si possono impiegare solo tre meccanici. Il pilota deve spegnere il motore e scendere dalla moto. Se vuole può dare una mano.

Le Superbike sono state adattate alle necessità con l'impiego di componenti già ampiamente utilizzati nel Mondiale Endurance. Il vero problema però è capire in quali circostanze sarà opportuno fare il pit stop oppure continuare la gara con le gomme slick, magari rinunciando a qualche secondo al giro.

Al tempo complessivo dell'operazione bisogna infatti aggiungere i secondi che servono per entrare ed uscire dalla pit lane, dove la velocità è limitata a 60 km/h. A Phillip Island la corsia che porta ai box inizia ben prima dell'ultima curva mentre il rientro avviene dopo la prima curva. Nei raccordi non c'è limite ma trattandosi di stradine molto strette, i piloti devono comunque autolimitarsi. I team hanno calcolato che il tempo di rientro-uscita sarebbe di 22-23 secondi, da aggiungere al pit stop. Fanno almeno 40 secondi di gap rispetto a coloro che decidessero di non fermarsi.

Le gare Superbike sono abbastanza brevi. In Australia ogni manche prevede 22 giri e per definire la stretegia opportuna bisognerà vedere a che punto della gara si mette a piovere. Esempio: se comincia a piovere al decimo giro, chi si ferma al box ne ha solo undici (è da togliere quello della sosta) per recuperare i 45 secondi del pit stop. Significa girare circa 4 secondi più veloce, quindi conviene fermarsi solo se all'improvviso arriva un diluvio.

In caso di pioggerella converrà restare in pista con le slick, ovviamente badando a non cadere.

Nel caso inverso, cioè partenza “wet” e progressivo asciugamento dell'asfalto, fermarsi non converrà quasi mai. Ricordiamo solo una gara nella quale la pista si è asciugata in un baleno, a Misano 2004.  Pierfrancesco Chili partito con le intermedie dette scacco matto a tutti gli altri che si erano allineati con le rain.

Ogni domenica occhio al cielo: la nuvoletta dispettosa sarà un rompicapo per piloti e strateghi del box.

Lascia un commento