14 Luglio 2015

SBK, basta coi vecchi draghi è l'ora dei giovani leoni

Passerà alla storia come la stagione del riciclo. Jonathan Rea domina e può vincere il Mondiale prima della sosta estiva? Un dettaglio. Nella Superbike 2015 non si è parlato d'altro che di vecchi cavalli di ritorno. Prima la sorpresa Troy Bayliss, 46 anni, a riposo da sette, poi il rientro di Max Biaggi, 44 anni, […]

Lorenzo Savadori, 22 anni, leader Aprilia nella Coppa del Mondo Stock.

Passerà alla storia come la stagione del riciclo. Jonathan Rea domina e può vincere il Mondiale prima della sosta estiva? Un dettaglio. Nella Superbike 2015 non si è parlato d'altro che di vecchi cavalli di ritorno. Prima la sorpresa Troy Bayliss, 46 anni, a riposo da sette, poi il rientro di Max Biaggi, 44 anni, ai box da tre stagioni. Adesso tiene banco il futuro di Marco Melandri a caccia di una sistemazione (ad alto ingaggio, se possibile…) per il 2016. Ha solo 32 anni ma con 18 campionati alle spalle è un veterano pure lui. E i giovani emergenti? Dicono che non ce ne sono,  ma non è vero. Guardate qui sotto quanti nomi spuntano.  Basterebbe avere fiducia…

Con l'Aprliia RSV4 Stock Savadori ha vinto quattro gare su sei

ANDATE IN PENSIONE! – Rivedere in azione Bayliss e Biaggi è stato un emozionante tuffo nel passato e l'omaggio a due fuoriclasse eterni. Max correrà anche in Malesia con il podio nel mirino, forse perfino la vittoria. Ma le operazioni nostalgia alla lunga stancano e servirà  linfa giovane. Largo ai nomi nuovi, campioncini da scoprire e da lanciare. Le candidature più scontate sono quelle degli attuali protagonisti della coppa del Mondo Superstock, che  dovrebbe essere il trampolino verso la top class. Lorenzo Savadori, 22 anni, sta veleggiando verso il titolo con l'Aprilia e nell'ultimo round di Misano, dominato, ha girato in gara in 1'37”125, neanche due secondi più lento degli ufficiali SBK: Torres 1'35”303, Haslam 1'35”312 e Biaggi 1'35”346. La Stock è una moto strettamente di serie, con l'elettronica e le gomme stradali. Sarebbe interessante vedere di cosa è capace il cesenate con la RSV4 RF “full factory”: regalategli una wild card nel gran finale Qatar, il 18 ottobre.  Il secondo classificato, Raffaele De Rosa (28 anni),  con la Ducati Panigale 1199R di Althea Racing ha girato in 1'36”832, vicinissimo ai riferimenti di Niccolò Canepa, 1'36”352, finito 12° in SBK. E' pronto al salto anche Roberto Tamburini, riminese 24enne, pilota  BMW:  1'37”284 contro 1'35”845 di Ayrton Badovini con la stessa S1000RR in configurazione SBK. Abbiamo fatto il parallelo tra la gara Superstock e gara2 SBK, con temperature quasi identiche. Considerate che solo le gomme pesano 8-9 decimi…

Patrick PJ Jacobsen, statunitense, 21 anni

 USA E GERMANIA– Il terzetto italiano è già pronto ma la Dorna ha nel piatto anche due talenti di nazionalità molto appetibili per ingraziarsi appassionati, tv e promoter: Usa e Germania. Dagli States arriva Patrick Jacobsen, 21 anni, una scoperta di Eraldo Ferracci, l'ex gestore della Ducati Usa che negli anni '90 ha lanciato stelle come Doug Polen e Troy Corser, due Mondiali a testa. PJ corre in Supersport con la Honda, è terzo in classifica ed è ancora in gioco per il titolo contro Kawasaki e MV Agusta. Pur giovanissimo ha già notevole esperienza ed pronto per una SBK di punta. Così come il coetaneo Markus Reiterberger, pupillo BMW che ha già vinto il titolo nazionale IDM nel 2013 e quest'anno farà il bis. Promuovere Markus al Mondiale è una priorità per il gigante di Monaco e l'occasione ideale per la filiale italiana che al momento schiera una sola moto per Badovini.

Pol Espargaro, 24 anni, corre in MotoGP con Tech3 satellite Yamaha

ARRIVI DELLA MOTOGP? – Il problema più grande che la Dorna deve risolvere è di approccio “culturale”. Nessuno degli astri nascenti del motomondiale vede nella SBK un'occasione per la carriera, spesso anche perchè i loro manager conoscono poco o niente l'altro campionato. Che invece dovrà diventare il passaggio ideale verso  MotoGP. Com'era facilmente prevedibile un talento di primissima grandezza come Jack Miller, 20 anni, si sta perdendo nell'improbo adattamento dalla Moto3 (60 cavalli) alla MotoGP (260). Portarlo in SBK per la Honda sarebbe la soluzione ideale per recuperarlo, permettendogli  di fare esperienza con una “big bike” in un contesto più abbordabile.  Un'altra pedina pregiatissima potrebbe essere Pol Espargaro, che al momento in Yamaha ha la strada sbarrata da Lorenzo e Rossi ufficiali anche nel 2016. Policyo debutterà sulla YZF-R1 alla 8 ore e potrebbe diventare la “punta” ideale per il grande ritorno  di Yamaha nel Mondiale. Una stagione da protagonista in SBK lo candiderebbe ad un posto da ufficiale in MotoGP 2017. Molto meglio che vivacchiare da pilota satellite correndo per le briciole.

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6 commenti

  1. AlfonsoGaluba ha detto:

    Sul fatto che sia assolutamente meglio correre da protagonita in WBSK, invece che da anonimo in MotoGP sono d’accordo con lei. Con il fatto che il WSBK debba servire da trampolino per la MotoGP, su questo non sono favorevole. Chi corre in WSBK deve farlo consapevole che corre un campionato ricco di tradizione e storia. Non è una Moto3 e Moto2. Chi viene in WBK lo faccia con rispetto, altrimenti può facilmente restare nel motomondiale.

  2. alfa_it ha detto:

    Ciao Paolo,
    non mi trovi in linea con il tuo pensiero. Non si discute altro che non ci sono personaggi in SBK e poi dovremmo considerare il campionato come un trampolino di lancio.
    E’ vero che ci sono tanti giovani pronti ad entrare nel regno delle derivate di serie, a patto che possano dire la loro.
    In primis, dovrebbero riguardare i regolamenti (la GP è l’apoteosi dell’indecenza, la SBK dovrebbe riavvicinarsi di tanto alla serie e avere motori liberi).
    A parer mio, i personaggi escono e si creano quando c’è tanta SANA competizione.

  3. pikat09 ha detto:

    Dorna dovrebbe fare 2 cose: trasformare l’attualmente oscena Moto2 in una categoria prototipi a tutti gli effetti, con motori 500 bicilindrici (o gli attuali MotoGP smezzati o gli attuali Moto3 raddoppiati, a seconda di come preferiscono i costruttori), e non monomotore, tra l’altro quasi di serie. Ma quando imparano i piloti a gestire una MotoGP! Anzi, dalla Moto3 alla Moto2 regrediscono, perché hanno molti meno parametri su cui lavorare! L’altra cosa è creare un percorso di crescita alternativo al passaggio Moto2-MotoGP, che se può’ andar bene per un Marquez o compagnia cantante, per altri buoni piloti può’ essere un po’ traumatico, e quindi un percorso Moto2-SBK-MotoGP potrebbe rappresentare la giusta scalatura per una carriera in crescita continua e graduale, fenomeni a parte!
    Ma ripeto, la chiave è trasformare la Moto2, perché così com’è è veramente inutile, anni buttati via!

  4. AlfonsoGaluba ha detto:

    Non volevo mettere in dubbio la sua competenza Sig. Gozzi. Io ero suo lettore quando nei primi anni 90 Motosprint era la sola rivista che dava spazio al mondiale Superbike, ricordo benissimo i suoi articoli. Però il discorso, passiamo i piloti che annaspano in MotoGP in WBK a me non piace per niente. Sarò un nostalgico ma non mi piace per nulla. CMQ, Fogarty ha avuto poche possibilità im 500, Cagiva solo wild card, con Rosset corse solo perchè si infortuno Chili (se non sbaglio)

  5. gamma ha detto:

    ma da dove viene questo ?????????????in sbk ci stan bene i bolliti della 500 o della gp salvo rarissime eccezioni un pilota sbk poteva giocarsela con i grandi della classe regina .a gozzi…………..