21 Aprile 2015

Rossi vs Marquez? No, c'è anche la Ducati

Valentino, guardati le spalle dalla Ducati. La rincorsa su Marc Marquez, il feroce duello e la vittoria per KO hanno eccitato tutti e aspettiamo con impazienza il prossimo round a Jerez (3 maggio). Ma la  MotoGP 2015 non sarà solo Vale contro Marc. Perchè la Ducati c'è, eccome. Con la debuttante GP15  Andrea Dovizioso ha […]

Andrea Dovizioso, la Ducati GP, il team: entusiasmo Mondiale (Archivio Gazzetta)

Valentino, guardati le spalle dalla Ducati. La rincorsa su Marc Marquez, il feroce duello e la vittoria per KO hanno eccitato tutti e aspettiamo con impazienza il prossimo round a Jerez (3 maggio). Ma la  MotoGP 2015 non sarà solo Vale contro Marc. Perchè la Ducati c'è, eccome. Con la debuttante GP15  Andrea Dovizioso ha totalizzato tre secondi posti ed è a soli sei punti dalla vetta. Marquez-Honda sono fortissimi, non si discute, ma al momento sono lontani 30 punti. Invece il potenziale della  Rossa è ancora tutto esplorare e  Andrea Dovizioso avrà una Ducati ancora più forte. Ecco perchè.

Arrivo GP America: Rossi battuto si complimenta con Dovi (Archivio Gazzetta)

PARTENZA LAMPO – La (giusta) celebrazione del Vale-de-Oro ha fatto dimenticare che per la Ducati era soltanto la terza gara, ovvero la quattordicesima giornata in pista sommando ai week end del GP le cinque sessioni precampionato. E' un tempo infinitesimale per lo sviluppo di una moto. La Suzuki  si è preparata due anni e pur avendo  le stesse concessioni regolamentari è ancora lontanuccia dal podio. DesmoDovi ha rischiato di vincere al debutto in Qatar, piegandosi a Rossi  in volata. In Texas è stato davanti (lui secondo e Vale terzo), in Argentina ha pagato solo cinque secondi, probabile conseguenza dell'inferiorità di gomma. La Ducati, per regolamento, non dispone della extra-hard che ha messo le ali a Valentino mentre  Dovizioso è partito con la stessa hard che ha azzoppato la fuga di Marquez.

Andrea Dovizioso, 28 anni, Mondiale 125 nel 2004, 10 GP vinti

CALENDARIO IMPROBO – La partenza di stagione con tre gare fuori Europa  è stata la più impegnativa possibile per una moto con neanche mille chilometri di sviluppo sulle spalle. Tra Qatar, Texas e Argentina la Ducati non ha avuto modo di fare cambiamenti radicali, al massimo qualche dettaglio. Luigi Dall'Igna, capo delle Corse e papà della GP15, dopo Austin è volato in Italia ripartendo per Termas de Rio Hondo con la valigia piena di componenti  realizzati a tempo di record per ovviare al surriscaldamento del carburante che incide sulla densità e quindi la prestazione. Motori, elettronica e ciclistica sono rimasti sostanzialmente gli stessi tra la prima e la terza gara. Adesso che corre vicino casa  la Ducati avrà modo di lavorare a pieno ritmo, in reparto corse e in pista. Dopo il GP di Jerez Dovizioso e Iannone saranno per due giorni al Mugello, facile ipotizzare che ci sarà tanta carne al fuoco.  Non ci stupiremmo se nel successivo GP (Le Mans, 17 maggio) o al più tardi al Mugello (31 maggio) i due Andrea guidassero la GP15.1 Dunque un altro salto in avanti. Di quanto?

Dovi e Vale al rally di Monza 2012

VANTAGGI – Alla prima vittoria Ducati, ormai a portata di mano,  scoppierà la bomba degli “aiutini”. Per la verità li hanno anche Suzuki e Aprilia, cioè tutte le Case che non hanno vinto l'anno precedente, ma queste non si giocano il Mondiale e (per adesso) non danno fastidio a nessuno. La  Ducati invece fa paura. Con un bel capitale di vantaggi: può girare dove e quando vuole coi piloti ufficiali, ha dodici motori aggiornabili a piacimento contro cinque “congelati” a inizio stagione di Honda e Yamaha, oltre a 22 litri di benzina contro 20. Lo abbiamo già scritto, significano avere un surplus del 10% di energia  in una MotoGP che ormai si gioca sul filo dei decimi. Poi, dulcis in fundo, c'è la gomma extrasoft che non si usa in gara ma dà forte vantaggio in qualifica. Partire davanti non è fondamentale (Rossi è scattato decimo, quarto e ottavo) ma aiuta moltissimo.

Rossi insegue Dovi in Qatar (Archivio Gazzetta)

OCCHIO A DOVI – “Il mio avversario è Marquez” ha detto Rossi in Argentina. Logico che parli così. Sminuire Dovizioso è sottile strategia, gioco di cui VR è assoluto maestro. Per altro le cifre confortano l'opinione perchè nei sette anni precedenti di MotoGP DesmoDovi ha vinto solo una volta, sul bagnato pesante, a Donington 2009 con la Honda. Andrea è stato campione del Mondo unicamente in 125 nell'ormai lontano 2004 e sommando i successi in tutte le categorie il confronto tra palmares è stridente: Rossi 110, Dovizioso 10. Con Honda e Yamaha, però, lo sfidante non è mai stato pilota di punta, adesso in Ducati lo è. Soprattutto non ha mai avuto un potenziale tecnico come quello che gli sta assicurando la GP15, velocissima sul dritto e agile dove c'è da voltare. Non ha mai avuto alle spalle un intero reparto corse, né il potenziale tecnico Audi, né il supporto (anche mediatico) di un grande sponsor. Adesso, per la prima volta, Dovi ha tutto. Fisicamente è al top, in testa è sereno (anche nella vita privata) e carico come una molla. Valentino, guardati le spalle….

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