24 Maggio 2012

Rea impunito, d'ora in poi vale tutto?

Gli assi della Superbike sono partiti per l'America in anticipo e a giudicare da twitter sembrano essersi divertiti molto. Carlos Checa è andato in barca sul lago Tahoe con Wayne Rainey, Max Biaggi ha ospitato tutta la squadra nella sua casa a Malibù, sobborgo figo di Los Angeles. Chaz Davies è rimasto affascinato da uno […]

Gli assi della Superbike sono partiti per l'America in anticipo e a giudicare da twitter sembrano essersi divertiti molto. Carlos Checa è andato in barca sul lago Tahoe con Wayne Rainey, Max Biaggi ha ospitato tutta la squadra nella sua casa a Malibù, sobborgo figo di Los Angeles. Chaz Davies è rimasto affascinato da uno spettacolo del Cirque du Soleil. Rilassati e sorridenti, i piloti hanno offerto via social network l'immagine da amici miei che piace agli organizzatori del Mondiale.

In realtà la compagnia ha attraversato l'Oceano portandosi in valigia le scorie di Donington. Il festival di sportellate e il motoscontro di gara due ha pericolosamente acceso la miccia di un confronto sportivo che potrebbe facilmente degenerare in guerra aperta. In nove gare ci sono stati sei vincitori con cinque moto diverse, per cui nessuno dirà prego, s'accomodi.

A prescindere da chi abbia cominciato e chi abbia finito, resta il fatto che dopo Donington:

1.Melandri ce l'ha con Rea colpevole di aver sportellato Haslam all'ultima curva di gara 2, facendolo finire addosso a lui nell'inquietante groviglio di Bmw. I tedeschi sognavano la seconda doppia doppietta e invece hanno messo nelle casse per Salt Lake City un mucchio di rottami.

2.Rea ce l'ha con Melandri per i ripetuti sorpassi al limite durante la stessa gara due. “Proprio lui parla di guida scorretta, Melandri è un intimidatore che entra dentro senza riguardo. E se fai come lui si lamenta pure” ha commentato a caldo il focoso nordirlandese.

3.Haslam ce l'ha con tutti e due. Con Rea, ovviamente, ma anche con Melandri reo di aver tentato un sorpasso ai limiti dell'impossibile, scatenando tutto il casino. La posizione di Leon è questa: Melandri aveva già vinto gara uno, io stavo vincendo la seconda, la giornata sarebbe finita in gloria per tutto il team e i tedeschi sarebbero impazziti di felicità. Leon si domanda perchè Marco non abbia avuto nessun rispetto per il compagno di squadra. Pochi minuti dopo la gara Ron Haslam, papà di Leon, si è scagliato contro Melandri in un violento alterco sfumato ad un soffio dallo scontro fisico. Il clima era elettrico anche tra i due staff tecnici che si guardavano in cagnesco. Inciso: non sono andati in fumo solo punti importantissimi per il Mondiale, ma anche lauti premi d'arrivo…

La Race Direction ha fatto sapere di non aver rilevato alcuna irregolarità parlando di gara maschia (?) ma senza scorrettezze. Io sono il primo che non dovrebbe fare il benpensante perchè mille volte, in venticinque anni, ho cantato le lodi di una Superbike giocata a suon di colpi di carenatura, con immediate riappacificazioni dopo l'arrivo. Stavolta però è diverso. Ci sono toccate innocenti e ininfluenti, altre pericolossime. Che possono farti cadere e quindi ferire.

L'articolo 1.22.2 del regolamento sportivo FIM obbliga i piloti a “guidare in maniera responsabile in gara e in prova” e prescrive una serie di sanzioni in caso di irregolarità. Che vanno dalla semplice ammenda, alla retrocessione nella classifica di gara o sullo schieramento della gara successiva, fino all'esclusione dal Mondiale.

A mio avviso basterebbe precisare che va bene entrare dentro duramente, ma senza toccare in alcun modo l'avversario. Perchè colpire l'avversario può procurare un danno che, a prescindere dalla potenziale pericolosità, può comunque falsare l'esito della gara sportiva. In una parola: le carenate che tanto piacciono agli appassionati (me compreso…), andrebbero messe al bando. Non importa se accidentali o deliberate: in qualunque sport di contatto vige il concetto di “danno procurato”, cioè per farsi fischiare il regore non conta se lo fai apposta, è sufficiente mettere a terra l'avversario.

Lunedi corriamo nel selvaggio West e il rischio che la sfida sportiva si trasformi in una riedizione del duello all'OK Corrall c'è. La Race Direction avrebbe fatto bene a convocare i piloti e invitarli ad una maggiore sportività. Non sarebbe costato nulla e sarebbe stato un modo per far capire loro che okay, a Donington ci siamo passati sopra ma dalla prossima…occhio. Questo silenzio invece rischia di fare parecchio rumore.

Il dibattito, come sempre, è aperto.

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