8 Novembre 2014

Quando eravamo re: Valencia 2006, Troy Bayliss spiana la MotoGP

Come il pugilato non è stato più lo stesso dopo Muhammad Ali contro Foreman nel 1974 a Kinshasa, la moto non potrà mai dimenticare il trionfo di Troy Bayliss in MotoGP a Valencia nel 2006. Quel 29 ottobre l’asso australiano diventò il primo pilota della storia a vincere in top class da campione del Mondo […]

Come il pugilato non è stato più lo stesso dopo Muhammad Ali contro Foreman nel 1974 a Kinshasa, la moto non potrà mai dimenticare il trionfo di Troy Bayliss in MotoGP a Valencia nel 2006. Quel 29 ottobre l’asso australiano diventò il primo pilota della storia a vincere in top class da campione del Mondo Superbike e anche l’unico a trionfare nella stessa stagione nei due campionti allora rivali. Tutti pensavano che i piloti Sbk fossero di serie B, Bayliss dimostrò che non era vero. Fu il pomeriggio del riscatto, proprio come la notte di Muhammad Ali. Segnatevi questi dati: Troy partì col secondo tempo in 1’31”210 e impiegò 46’55”415 per coprire i 30 giri di gara. Vediamo i ragazzi di oggi, otto anni dopo, quanto ci mettono… Facciamocela raccontare da Troy in persona.

Valencia 2006: Bayliss davanti a Capirossi e Hayden

L’OCCASIONE“Avevo già festeggiato il secondo dei miei tre Mondiali Superbike, ero già in vacanza quando mi squilla il telefono: “Sete Gibernau non può disputare l’ultima gara MotoGP a Valencia, facciamo correre te.” Non me la sono fatta ripetere due volte. Ero stato io, con Loris Capirossi, a far debuttare la Ducati Desmosedici. Avevo 37 anni, pensai che non avrei mai più avuto una simile opportunità in vita mia e che sarebbe stato un bel modo per chiudere la mia breve storia in MotoGP (ci ha corso dal 2003 al 2005, due anni con Ducati e l’ultimo in Honda, ndr). Ho chiesto di portare con me l’intero gruppo della Superbike: Davide (Tardozzi, il ds), Paolo (Ciabatti, responsabile progetto) ed Ernie (Marinelli, direttore tecnico). Sono partito da casa con l’idea che fossimo una squadra imbattibile, capace di qualunque impresa.”

Valencia 2006: Bayliss sempre davanti precede Hayden, Melandri e Capirossi

LA PREPARAZIONE – “Nel 2006 avevo corso solo con la Ducati 999 e non salivo sulla Desmosedici da due anni ma ho ripreso perfetta confidenza in pochi giri.  Mi sentivo bene in sella. Neanche con le Bridgestone avevo mai girato, ma non c’è stato problema: in Superbike avevamo gomme stradali e con quelle della MotoGP mi sentivo in paradiso. Ho fatto tempi che non immaginavo,  conquistando il secondo posto in griglia dietro Valentino Rossi che quella domenica si giocava il Mondiale contro Nicky Hayden. Nel warm up però non andava bene più niente, la moto non voltava, ero lentissimo. Avrei voluto ribaltare tutto ma Tardozzi mi ha tenuto calmo, secondo lui l’unico problema è che con il freddo del mattino le gomme non funzionavano bene. Intuizione vincente.”

FULL THROTTLE“Ho fatto una delle migliori partenze della mia vita e sono andato subito in testa. Che sta succedendo?, mi sono detto. Dopo qualche giro ho capito che mi sarei potuto giocare la vittoria, la mia prima vittoria in MotoGP. Che avrei potuto farli secchi. Ho messo la testa sotto al capolino e ci ho dato dentro senza mai voltarmi, senza un attimo di indecisione. Volavo. Quando ho tagliato il traguardo il primo pensiero è stato: “Okay Troy, stai facendo felici un sacco di persone.” Mi sono venuti in mente Davide, Paolo e Ernie che intanto stavano impazzendo di gioia al muretto. E anche i miei avversari della Superbike avranno gonfiato il petto dicendosi che se ci ero riuscito io, un giorno ce l’avrebbero potuta fare anche loro. Avevo sempre sentito dire che in MotoGP c’erano marziani.  Invece si potevano battere eccome, bastavano le condizioni. E il pilota giusto.”

Valencia 2006: il podio con Troy Bayliss tra Loris Capirossi e Nicky Hayden campione del Mondo

CHE ANNATA – “Se mi guardo indietro, posso dire che il 2006 sia stata la migliore annata della carriera. Ho chiuso con la MotoGP salutando tutti dal gradino più alto di Valencia. E mi è successa la stessa cosa due anni più tardi a Portimao: ho lasciato le corse da campione del Mondo (per la terza volta, ndr) sbaragliando l’ultima gara. Ritirarsi da vincenti è una sensazione indescrivibile, momenti che nessuno mi potrà mai portare via. Quella sera a Valencia ho festeggiato come mille altre volte: una cena e paio di birre (eufemismo, ndr) con gli amici stretti. Ero felice perchè sapevo che non era finita lì, che avrei continuato a vincere molto. E non è finita neanche adesso che ho 45 anni...”

BAYLISS CONTRO MARQUEZ “Il 13 dicembre correrò il Superprestigio sulla pista in terra battuta nel palazzo olimpico Sant Jordi, a Barcellona. Non gareggio in Europa da fine 2008, l’ultimo mio anno in Superbike, e sarà un grande ritorno. Vengo per sfidare Marc Marquez sapendo che il piccolino va fortissimo anche col dirt track. Io sono un vecchietto che se la cava ancora, quest’anno ho vinto cinque titoli australiani nel fuoristrada. Mi sto allenando di brutto e chissà… Prima della grande sfida avrò molto altro da fare: il 28-30 novembre sarò organizzatore l’esposizione motociclistica di Melbourne, poi terrò un corso di guida veloce a Perth. Prima di Barcellona avrò tempo anche per una vacanza alle Fiji. Troy non si ferma mai!”

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