17 Maggio 2013

Northwest 200, dove osano le aquile

Sabato 18 maggio  si corre la Northwest 200. Chi pensa che le corse di moto siano solo la MotoGP o la Superbike si sbaglia. Perchè la Northwest è molto di più di una corsa: è la festa dell’orgoglio dell’Ulster, una sfida al pericolo sul filo dei 320 km/h. Una pazzia di irrestibile fascino che dura […]

Sabato 18 maggio  si corre la Northwest 200. Chi pensa che le corse di moto siano solo la MotoGP o la Superbike si sbaglia. Perchè la Northwest è molto di più di una corsa: è la festa dell’orgoglio dell’Ulster, una sfida al pericolo sul filo dei 320 km/h. Una pazzia di irrestibile fascino che dura dal 1929. Diretta tv streaming qui: http://www.bbc.co.uk/sport/0/northern-ireland/motorbikes/

Il Triangle misura 14,890 km, il giro record con la Superbike appartiene ad Alistar Seeley a 202,312 km/h

 

FESTA DI POPOLO – La NW200 si corre su un tracciato di 14,890 km tra case e strade a picco sul mare attraversando gli abitati di Portrush, Portstewart e Coleraine. Il giro record è a 202,312 km/h di media e nelle qualifiche dei giorni scorsi la punta più alta è stata 316,220. Quasi come a Monza, ma volando su una stradina di campagna. “Coraggio per me è aver paura di fare una cosa, e farla lo stesso” disse una volta Renzo Pasolini, indimenticabile e sfortunato campionissimo anni ’70. Alla NW200 non si corre per denaro o una coppa, ma per vincere la sfida più esaltante: contro se stessi, e la paura. La grande classica del nord è una grande festa di popolo: ogni anno 130 mila spettatori accalcati dietro le transenne, seduti sui balconi o pigiati nei giardini delle case. Facile che la padrona di casa ti offra il caffè. La NW200 è come il ciclismo, non c’è biglietto. Si paga solo per entrare nel paddock, 12 sterline (14 €) per l’intera giornata.


http://www.youtube.com/watch?v=n6fdBz7zLrg     (video promo della NW200)


LA FORMULA – La NW200 non ha stessa notorietà universale del TT, la regina delle corse su strada che si disputa da 105 anni ed è in programma fra tre settimane. All’Isola di Man i piloti partono uno alla volta ed è una sfida contro il tempo, senza contatto diretto con l’avversario. Alla NW200 invece scattano tutti assieme, come in una gara normale. In griglia i piloti sono vicinissimi, com’era abituale nei GP di un tempo: i primi quaranta scattano alla bandiera, i comprimari venti secondi dopo. La Northwest è una gara vera, con sorpassi veri. Anche all’ultima curva. Nel programma ci sono varie categorie,  clou è la Superbike, che si corre in due manche come nel Mondiale.

Una fase di gara nel tratto che corre nell’abitato di Portrush

DOVE SI CORRE  – Il tracciato ha uno sviluppo triangolare: due vertici sono le cittadine costiere di Portrush e Portstewart, il terzo il capoluogo Coleraine, nell’interno. La partenza è nel tratto affacciato sul mare del Nord. Il primo ostacolo è un curvone da quarta piena, tra le villette sulla costa. Quindi i piloti si lanciano verso Portstewart imboccando, dopo una staccata micidiale, un lento incrocio a sinistra per arrampicarsi nel tratto in salita di Mill Road, in piena città. Dopo aver lasciato una pompa di benzina sulla destra comincia il tratto più veloce, in piena campagna. E’ qui che si raggiungono i 320 km/h, dopo aver affrontato Station Corner (la stazione), in quinta. Da lì in avanti è tutto rettilineo ma non crediate che sia facile: volare oltre i 300 km/h tra le tipiche siepi britanniche che delimitano i campi è come correre in uno strettissimo e impressionante tunnell verde. Si arriva sparati all’incrocio dell’Università, vicino Coleraine. La svolta successiva è una rotonda spartitraffico cui i piloti girano attorno per 270°C per lanciarsi nel rettilineo che vola verso Portrush. In mezzo c’è Mather Cross, che prima era un curvone da quinta piena: se uscivi sarebbe servita una pista d’atterraggio per salvarsi, invece c’erano alberi e campi. Qui nel 2008 morì Robert Dunlop, plurivittorioso della NW200 con 15 successi, due in più del fratello Joey, il Mito di sempre delle gare su strada. Robert guidava una Honda 250, perse il controllo e venne investito. Aveva 47 anni. Da allora Mather Cross è una chicane da 40 km/h. Una volta non c’era neanche la successiva variante ricavata nell’aiuola degli autobus che serve per ridurre la velocità nel viale verso Portrush. Alla frenata del Metropole, un hotel di Portrush, si arriva comunque al massimo. La curva a sinistra, lenta, immette nel tratto più pauroso: i piloti passano sotto il ponte di pietra della ferrovia e salgono verso Black Hill, una serie di curvoni impressionanti a ridosso del mare. Una specie di “Pano” in salsa nordirlandese: a Valentino Rossi piacerebbe molto. Da lì via dritti sempre più veloci verso Juniper Hill: a destra c’è il mare, a sinistra il gigantesco campeggio. Quarry Hill è l’ultima tagliola ma anche l’unico punto dove puoi cadere scivolando tranquillamente nell’erba del giardino pubblico (quasi) senza correre rischi. L’ultima curva lenta a sinistra immette sul traguardo, e la pazzia ricomincia da capo.

http://www.youtube.com/watch?v=R6JHya53ibQ (video  camera on bike con Guy Martin)


I PILOTI – Gran parte della griglia è composta da amatori delle gare su strada. Ci trovi il ragazzino che sogna di diventare il nuovo Joey Dunlop oppure il quarantenne veterano della serie “King of the Roads”, un campionato che comprende la decina di manifestazioni sulle strade d’Irlanda. Gare che si corrono in paesini piccolissimi di cui da noi sentiamo poco o nulla parlare ma che lassù sono delle grandi feste popolari. Macchiate da qualche frequente tragedia. La NW200 ha i suoi eroi, piloti e squadre molto famose nel Regno Unito. Quest’anno in pole c’è Michael Dunlop, l’ultimo dei Dunlop, la dinastia che da 40 anni detta legge nelle corse su strade. Michael, 24 anni, è il figlio di Robert e nipote di Joey. Nella stessa gara corre anche il fratello Williams. Gente che conosce ogni centimetro di strada, di marciapiede e sa come girare al largo dai muri. Ma c’è anche chi ci mette le ruote per la prima volta, come l’australiano Joshua Brookes, 29 anni, ufficiale Suzuki che ha militato per diverse stagioni nel Mondiale delle derivate dalla serie, prima in Supersport e poi Superbike. Parte con il quarto tempo, niente male per un newcomer.

Michael Dunlop, britannico di 24 anni, scatta in pole nella Superbike

 LA STORIA – Leggendaria l’edizione 1993. Carl Fogarty era appena approdato alla Ducati con un inizio di Mondiale Superbike folgorante. Il talento voleva correre la NorthWest 200 con la 955 del team satellite Cinelli ma a Borgo Panigale misero il veto: troppi rischi. Foggy non si arrese e si iscrisse praticamente di nascosto. Dominò le due gare stabilendo un fantastico primato sul giro che è rimasto imbattuto per lunghi anni: la gente si ricorda ancora di come King Carl riuscisse a volare sfiorando i marciapiedi.

BLOODY SUNDAY – La storia nella NorthWest 200 va a braccetto con quella dell’Ulster, martoriata terra d’Irlanda governata dagli inglesi. Il 30 gennaio 1972 a Derry (per gli inglesi: Londonderry) un battaglione di paracadutisti dell’esercito di Sua Maestà aprì il fuoco contro una manifestazione pacifica di indipendentisti irlandesi. Quattordici morti: il più anziano aveva diciannove anni. Una tragedia passata alla storia come il “Bloody Sunday” (la domenica di sangue). Per vendetta l’Ira (Esercito repubblicano irlandese) scatenò una serie di attentati contro cittadini e installazioni britanniche. La gara venne cancellata ma riprese l’anno successivo.

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