24 Aprile 2016

MotoGP Valentino Rossi naviga da fuoriclasse sui problemi Michelin

Il nuovo fornitore unico ha cambiato faccia alla MotoGP. E il pilota più esperto sta approfittando della situazione

Sarebbe interessante giocarsela all’ultima curva con quei due”. Sabato, dopo la pole, Rossi non aveva chiamato per nome Lorenzo e Marquez. Soltanto nemici, non degni di essere nominati. Non c’è stato bisogno di alcun duello rusticano, perchè Valentino era così veloce che l’ipotetica battaglia è  sfumata dopo la prima curva. Jerez non è stata la corrida che immaginavamo, ma una solitaria fuga verso la 113° vittoria. Che acquista maggior valore pensando che Vale veniva dalla concente delusione di Austin, dov’era malamente caduto dopo appena tre giri. Il Mito si piega, ma non si spezza mai.

Rossi è stato gigantesco. Ma più che in pista, dove si è vista solo l’ombra di un mezzo sorpasso abbozzato da Jorge e subito rintuzzato, è stato grande prima. Riuscendo a preparare la corsa in maniera certosina, sopperendo ai gravissimi problemi evidenziati dalle Michelin a “carcassa dura”, quelle introdotte in emergenza per evitare il ripetersi dei problemi verificatisi nei test invernali e di nuovo in Argentina.  Prima Marquez e poi Lorenzo sono andati in crisi, incapaci di sfruttare il loro potenziale e quello delle rispettive moto. Rossi non ha mollato di un centrimetro. Le sue, di gomme, sono andate alla grande dal primo al ventisettesimo giro.

Si era intuito già dall’inverno scorso che Rossi avrebbe avuto l’esperienza necessaria per approfittare della situazione di cambiamento. Elettronica meno “perfetta” e gomme francesi al momento lontane anni luce dalle precedenti Bridgestone hanno mischiato le carte e reso la MotoGP una delicatissima alchimia.  I valori cambiano in maniera drastica da una sessione all’altra, senza che le squadre  e i piloti abbiano ancora l’esperienza necessaria per adattarsi. Per cui non è neanche detto che nelle prossime gare il trend continui. Ma la possibilità che Rossi possa replicare anche in futuro la supremazia di Jerez è assai concreta.

L’entusiasmo per la strepitosa vittoria di Rossi, gigantesco dall’alto dei suoi 37 anni, nasconderà ai più quella che è un’amara realtà: la Michelin è troppo distante da uno standard di rendimento accettabile. I problemi sono due: i francesi stanno portando gomme troppo “al limite”, cioè progettate per non essere inferiori – sulla prestazione – con le Bridgestone. Tanto che in Qatar, nel primo GP, il tempo sulla distanza era stato 8 secondi inferiore al 2015. Ma poi sono cominciati i problemi: cedimenti, problemi di struttura, di grip e di confidenza. Così è stato fatto un drastico passo indietro: Rossi ha impiegato 31″ in più rispetto a Lorenzo vittorioso un anno fa. Lo spagnolo quindi ha peggiorato la sua prestazione di 36″, quasi 1″4 al giro! Con le carcasse così dure la Ducati è colata a picco con Dovizioso e Iannone e i “satelliti” anche peggio, compreso Scott Redding che nei test di novembre era stato fenomenale.

Il Re è tornato a vincere, quindi viva il Re. Ma la Michelin dovrà correre ai ripari per salvare lo spettacolo e non tarpare le ali alla sfida di uomini e moto.  Dovrà farlo molto in fretta. Sempre che sappia dove battere la testa…

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