MotoGP Mugello Cos’è successo ai motori Yamaha?
I tecnici di Iwata indagano: difetto di montaggio o particolare difettoso. I motori disponibili sono soltanto sette: e adesso che succede?
I motori MotoGP sono affidabilissimi e romperne due nella stessa giornata è un fatto assolutamente anomalo. Cos’è successo ai quattro in linea Yamaha di Jorge Lorenzo (warm up) e Valentino Rossi (gara) al Mugello? Il campionissimo italiano ha fornito dettagli interessanti.
“L’origine del guasto non è ancora chiara ma pare che la natura sia identica” ha rivelato Rossi. “Abbiamo analizzato i dati, non è stato un problema di temperature, tutti i parametri erano assolutamente nella norma. L’ipotesi è che sia il motore di Lorenzo che il mio siano nati male, o per un problema di montaggio oppure per qualche particolare rivelatosi difettoso.”
Era da Misano 2007 che la Yamaha non tradiva Rossi per guasto tecnico. Adesso i quattro cilindri verranno attentamente analizzati per capire la natura del problema. Fare in fretta sarà fondamentale alla luce del regolamento tecnico che impone il limite di sette motori per l’intero Mondiale (18 GP). “Sigillati” ad inizio stagione non significa, a differenza di quanto molti pensano, dover assemblare le sette unità prima dell’inizio del campionato. Basta consegnare al responsabile tecnico della MotoGP un esemplare “tipo”, con l’obbligo di realizzare tutti i successivi con le stesse identiche specifiche. Quindi ad essere bloccato è lo sviluppo, ma montaggi e punzonatura avvengono durante la stagione.
“Noi al momento ne abbiamo punzonati tre” ha specificato Valentino. Significa che le due rotture rischiano di sbilanciare la tabella di esercizio: siamo a un terzo di GP disputati e alla metà di motori punzonati. Non è ancora una situazione d’emergenza, sempre che si scoprano in fretta le cause.
1 commento
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Quelli rotti tutti a Lorenzo ora che sarebbe solo metà di quello che merita
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