Il week end bestiale di Chaz Davies
Sic transit gloria mundi, chissà se in Galles masticano il latino. Chaz Davies ha scoperto sulla propria pelle quanto sia effimera la gloria in Superbike. Il 26enne della Bmw era sbarcato in Olanda sulle ali del trionfo di Aragon: prima doppietta della carriera, secondo posto nel Mondiale e caposquadra Marco Melandri pesantemente ridimensionato. Trionfo completo. […]
Sic transit gloria mundi, chissà se in Galles masticano il latino. Chaz Davies ha scoperto sulla propria pelle quanto sia effimera la gloria in Superbike.
Il 26enne della Bmw era sbarcato in Olanda sulle ali del trionfo di Aragon: prima doppietta della carriera, secondo posto nel Mondiale e caposquadra Marco Melandri pesantemente ridimensionato. Trionfo completo. Assen sembrava il trampolino, perchè qui nel 2011 aveva battezzato la prima vittoria Mondiale nella serie cadetta Supersport e anno scorso aveva assaggiato il primo podio Superbike con l’Aprilia satellite.
Invece gli ha girato tutto male. Da subito, con un triplice colpo basso da stordire un toro. Venerdi pomeriggio, nella qualifica uno, si è fatto tradire dal bagnato, il colmo per uno come lui ottimo anfibio. Ieri, nel primo round della Superpole, è stata la Bmw a piantarlo i asso per il cedimento di una molla della distrubuzione. Niente passaggio del turno e Davies sconsolatamente relegato in quinta fila. Una penalità enorme su questo circuito con primo tratto lentissimo: partire così indietro, in mezzo al traffico, è un potenziale gap di almeno 5-6 secondi solo al primo giro.
Non era ancora finita. Nel warm up Davies ha galoppato forte ma dopo aver realizzato il terzo tempo la quattro cilindri tedesca gli è scappata di mano. Si è rialzato senza un graffio, la Bmw invece si è imputata nella sabbia carambolando più volte. Distruggendosi. L’hanno riportata al box su un carrello con l’aventreno divelto, le infrastrutture in briciole e il motore sfondato.
Senza muletto vietato dal regolamento per i meccanici Bmw è cominciata la corsa contro il tempo: appena 90 minuti per ricostruire la moto completa partendo dal rolling chassis, cioè il gruppo telaio-motore premontato disponibile nel retrobox. Il lavoro più complicato è stato trasferire tutte le regolazioni di sospensioni, geometrie, elettronica. Mai nessuna moto è perfettamente identica all’altra, figuriamoci quella ricostruita a tempo di record nell’imminenza della partenza.
Davies si è schierato in fondo allo schieramento con la testa piena di dubbi. Ma il ragazzone ha la mascella volitiva, molta classe e un gran carattere. Chi cade, può risorgere.
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