17 Aprile 2013

Giovanni Bussei, il ritorno del pilota nobile

“Una notte,  quest’inverno, ho fatto un sogno. Ero tornato a correre in pista, nel Mondiale di durata. Un sogno felice, ma non ti dico come finiva. Comunque, eccomi qua.” Rampollo della dinastia Agnelli, da parte del ramo Barone Nasi, Giovanni Sebastiano Bussei Canone ci ha scritto questa mail mentre stava guidando in direzione di Magny […]

Una notte,  quest’inverno, ho fatto un sogno. Ero tornato a correre in pista, nel Mondiale di durata. Un sogno felice, ma non ti dico come finiva. Comunque, eccomi qua.

Rampollo della dinastia Agnelli, da parte del ramo Barone Nasi, Giovanni Sebastiano Bussei Canone ci ha scritto questa mail mentre stava guidando in direzione di Magny Cours, circuito francese che ospita il Bol d’Or, la gara di resistenza più celebre. Tra sabato e domenica sono 24 ore a tutto gas, tra fatica, imprevisti e mille rischi. Il traguardo è arrivare in fondo sani e salvi, possibilmente prima di un centinaio di matti almeno come te. Endurance è andare forte, dormire niente, mangiare se capita. Volando di notte a 300 km/h cerchi  di inquadrare con un piccolo faro il tornante Adelaide, proprio laggiù in fondo. Il punto di frenata, non puoi vederlo, lo devi immaginare.

Bussei non corre in pista dal 2007 ma sabato vuole esserci anche lui. Mica per il nome, ma guadagnandosela: oggi, sulla stessa pista, lo attende un provino con la GSX-R 1000 team Suzuki No Limits, formazione di Reggio Emilia che dovrà scegliere i tre piloti da schierare  tra Bussei, Andrea Borgonovo e gli spagnoli Ricardo Saseta e Victor Casa.

Giovanni Bussei, 41 anni

Ci risentiamo giovedi”, così finisce la mail. Giovedi è il primo giorno delle qualificazioni.

Giovanni Bussei detiene l’1,7% delle azioni di Exor, la cassaforte di casa Fiat. Avrebbe potuto godersi la giovinezza tra gli agi del sangue blu, ma si è fatto incantare dal demone della moto e della velocità. Senza dire niente a casa, partì dal fondo come i ragazzi normali, guadagnandosi il Mondiale a suon di risultati. E’ stato in Superbike per otto stagioni, fino al 2007, disputando 112 GP con Kawasaki, Ducati (di varie squadre) e perfino con la Honda ufficiale. La sua migliore giornata, sesto posto a Laguna Seca 2003, non rende l’ idea. Perchè Bussei non è stato  un fuoriclasse ma ha complicato spesso  la vita ai migliori. Guidando con coraggio, determinazione e testa dura. Le doti dei piloti umili.

Giovanni ha sempre badato di non far pesare il lignaggio. Riuscendoci, perchè al cospetto di quel barbone biondo e dei capelli da reduce di Woodstock, nessuno avrebbe potuto immaginare di trovarsi al cospetto di uno della famiglia più potente d’Italia. Bussei si è voluto distinguere, ma al rovescio. Ai campioni cresciuti in periferia piace vivere da re, tra alberghi di lusso, macchine veloci e donne avvenenti. Bussei ha sempre dormito nel bagagliaio della macchina parcheggiata dietro al box. Solo. Usando al mattino il bagno del paddock, in fila coi meccanici.

Nell’endurance, tra un turno di guida e l’altro, i piloti riposano stravaccati su una brandina  in un angolo  del box. Giovanni è tornato a casa sua.

AGGIORNAMENTO ORE 18:20 – Giovanni è già sulla via di casa. Niente Bol d’Or, almeno non questa volta. Come previsto è sceso in pista e  bastati pochi giri per fargli ritrovare il gusto dei vecchi tempi. Ma per adesso basta così. Dopo sette anni di stop avrebbe avuto poco senso ributtarsi nella mischia senza tutte le pedine al loro posto. “Ne riparleremo molto presto” ci ha telefonato lasciando Magny Cours. Bussei ha ancora qualcosa da dire.  Perchè i sogni non tramontano mai.

 

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