14 Giugno 2014

Ecco le regole 2015, niente rivoluzioni

La Superbike Commission, di cui fanno parte la Federmoto Internazionale, il promoter Dorna e le Case, ha definito  i punti salienti del regolamento tecnico per il 2015 e oltre.  Non è stato un parto facile, tanto che le decisioni sono state prese a maggioranza e non all'uninamità: i Costruttori chiedevano una sostanziale conferma dello status […]

La Superbike Commission, di cui fanno parte la Federmoto Internazionale, il promoter Dorna e le Case, ha definito  i punti salienti del regolamento tecnico per il 2015 e oltre.  Non è stato un parto facile, tanto che le decisioni sono state prese a maggioranza e non all'uninamità: i Costruttori chiedevano una sostanziale conferma dello status quo, con ampia libertà di manovra su parecchi componenti soprattutto riguardo a motore e elettronica. Ma è passata la “linea Dorna” che concede limitate possibilità di intervento nell'ottica di una drastica riduzione di costi. Il promoter spagnolo vuole che la Superbike resti combattuta, spettacolare, con la possibilità di fare ricerca e sviluppo, ma entro certi limiti. Adesso le Case dovranno adeguarsi.

VINCE IL CONCETTO EVO – In questa stagione di passaggio la Superbike vede al via due configurazioni diverse: i team ufficiali corrono con le “full Superbike” (telaio di serie, motore e elettronica ampiamente modificabili), i privati con le “Evo” (telaio, motore e elettronica di serie) introdotte per abbassare i costi e rimpolpare lo schieramento.   Dal 2015 si tornerà ad un'unica regolamentazione, sulla base del concetto “Evo”, che quindi non esce affatto stravolto dai mesi di febbrile negoziato per la stesura del testo. La Dorna ha soltanto concesso “alcune modifiche per garantire la parità di prestazioni tra i differenti modelli presenti nel Campionato, anche con l'obbiettivo di ridurre i costi e rendere il Mondiale più accessibile ai nuovi team”.

COSA CAMBIA? – Il telaio resta di serie e spariscono dal regolamento le tolleranze di misurazione su cui i Costruttori giocavano per far passare ciclistiche che proprio stradali non sono mai state. Le verifiche tecniche, gestite in prima persona da personale Dorna sotto la supervisione del nuovo plenipotenziario della Federmoto Scott Smart, quest'anno sono diventate severissime. E in futuro anche di più. Riguardo al motore sono state fatte queste (piccole) concessioni: 1.alberi a cammes liberi; 2.possibilità di lavorazione della testata, ma senza modifiche strutturali; 3. le bielle possono essere sostituite ma devono avere lo stesso identico peso di quelle montate sul modello stradale; 4. Ammessa una sola configurazione di rapporti del cambio, invece di due attuali: fino allo scorso anno i rapporti erano liberi. 5. Il complicatissimo sistema di bilanciamento delle prestazioni tra motori due e quattro cilindri verrà semplificato e non verterà più sulla modifica di due parametri – peso limite del veicolo e misura dei condotti di alimentazione – ma solo su quest'ultimo.

ELETTRONICA – La Dorna ha fatto qualche concessione anche per l'elettronica, che però non sarà affatto liberalizzata come pretendevano le Case. Viene introdotto il concetto di “Superbike Kit”, cioè i team ufficiali non potranno avere componenti esclusive, ma dovranno metterli a disposizione di chiunque. E' una norma rivoluzionaria perchè le Marche maggiori adesso usano gli stessi sistemi in uso nella MotoGP, molto costosi e complicati da mettere a punto. Dal 2015 ogni Casa dovrà indicare una sola  centralina  (il cuore hardware del sistema) e dovrà fornire ai team privati anche lo stesso software degli ufficiali, con tre finestre di aggiornamento previste durante la stagione. Il Kit dovrà costare non più di € 8 mila, una cifra molto bassa rispetto a quello che spendono adesso le squadre principali in questo settore. In ogni caso è permessa anche l'ozpione della centralina stradale, per agevolare la presenza di team e piloti wild card che corrono abitualmente campionati nazionali dove il “Superbike Kit” non è fornito.

RIDE BY WIRE – La Dorna è intervenuta  una volta per tutte nella complicata questione relativa al sistema di acceleratore elettronico (ride by wire) che Honda e Kawasaki adottano da diverse stagioni pur non essendo montato sui rispettivi modelli stradali omologati. Nelle stagioni 2015-16 le due aziende dovranno fornire ai loro team privati l'identico sistema utilizzato dai team ufficiali, ad un costo massimo di € 2.500. Anche in questo caso è una cifra estremamente più bassa ripetto a quanto si spende adesso. E' anche specificato che il sistema dovrà essere fornito direttamente dalle aziende o da loro fornitori di riferimento, per motivi di sicurezza. Dal 2017 il ride by wire potrà essere utilizzato in Superbike solo se montato sul modello stradale, quindi sparirà qualsiasi deroga.

RESTANO OTTO MOTORI, O FORSE SETTE  – Nel comunicato ufficiale della Federmoto è precisato  che una Casa aveva fatto richiesta ufficiale di aumentare la dotazione di otto motori disponibili per l'attuale  stagione  (13 GP, 26 gare) introdotta quest'anno. Ma  è stata respinta, sempre a maggioranza.  Dal 2015 il numero dei motori disponibili sarà la metà dei GP: quindi se ci saranno 15 eventi, il tetto resterà invariato a otto. Se invece fossero 14 o 13 (come in questa stagione) si scenderà a sette.  Anche su questo delicatissimo punto Dorna (con l'avvallo della FIM) ha imposto il proprio disegno su quello dei Costruttori. Nelle prossime settimane saranno da verificare le ripercussioni strategiche: qualcuno volterà le spalle?  Poco importa, perchè con  nove Case presenti (Kawasaki, Suzuki, Honda, Bmw, Ducati, Aprilia, MV Agusta, Ebr) Dorna non ha nulla da temere: se anche due-tre decidessero di uscire, la griglia di partenza Superbike resterebbe comunque di altissimo livello. Anche perchè  Yamaha, KTM e Triumph  sono già alla finestra.

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1 commento

  1. Member_49375 ha detto:

    c’è anche la Bimota tra le case presenti!