20 Febbraio 2015

Ecco cos'è successo al motore di Troy Bayliss

Per un problema tecnico Troy Bayliss ha compiuto appena due giri cronometrati nei 45 minuti del primo turno di prove del GP d’Australia.  Dopo sette anni di stop il tre volte iridato è partito dai box per il giro di lancio, ha stampato subito 1’35”165 e poi 1’34”060. Quindi è rientrato al box per dare […]

Il motore della Ducati Panigale 1199R di Troy Bayliss (AlexPhoto)

Per un problema tecnico Troy Bayliss ha compiuto appena due giri cronometrati nei 45 minuti del primo turno di prove del GP d’Australia.  Dopo sette anni di stop il tre volte iridato è partito dai box per il giro di lancio, ha stampato subito 1’35”165 e poi 1’34”060. Quindi è rientrato al box per dare le prime indicazioni. I tecnici Ducati hanno visto nei dati dell’acquisizione che c’era qualcosa di anomalo, forse al motore. Dopo qualche controllo di routine la serranda del box Ducati si è abbassata e la sessione dell’australiano è finita lì. Negli ultimi due anni il muletto era vietato, adesso c’è ma non si possono usare due moto nella stessa sessione e si può cambiare solo una volta nel week end. “Chi ha fatto questa regola andrebbe abbattuto” ha twittato Troy. Che nel pomeriggio ha fatto l’intera sessione (15 giri) senza problemi con un secondo motore montato nell’intervallo. Il motore sostituito potrebbe essere riparabile, ecco qual è stata l’anomalia.

Troy Bayliss, 45 anni, tornato in pista dopo 7 di stop (AlexPhoto)

VIBRAZIONI – Dal bicilindrico bolognese non c’è stata alcuna perdita d’olio, di solito sintomo di cedimenti meccanici. La vibrazione anomala proveniva dalla parte posteriore del motore, per cui i meccanici hanno provveduto a smontare lo scarico per effettuare un controllo a vista. Il motorista della squadra ha verificato integrità di pistone e cilindro posteriori con il boroscopio, una mini telecamera simile a quella usata in medicina per le endoscopie, fissata in cima ad un cavetto infilato nel motore tramite il foro candela. Era tutto regolare, nessuna rottura. C’è il sospetto che possa aver ceduto una gabbietta a rulli del cambio o pompa dell’acqua. Si parla di  sospetto perchè aprire il motore o il cambio significa rimuovere i sigilli apposti dai commissari della Federmoto, quindi “bruciare” uno dei sette motori previsti dal regolamento per i 13 GP in calendario. Superare la soglia implica partire dalla pit lane cinque secondi dopo gli altri ad ogni propulsore aggiuntivo. Per questo  il motore andrà controllato con calma in reparto corse,  nel tentativo di risolvere il guasto intervenendo senza dover rimuovere i punzoni.

Un dettaglio del motore V90 della Ducati Superbike (AlexPhoto)

PAGA GIUGLIANO – Si tratterà di un’operazione tanto delicata quanto importante nell’economia della stagione Ducati. Perchè in base al regolamento i motori utilizzati da Troy Bayliss in Australia finiscono in conto a Davide Giugliano che per la frattura di due vertebre lombari nei test di lunedi scorso sarà a riposo almeno fino al quinto GP della stagione. In base alla modifica regolamentare in vigore proprio da Phillip Island i sette motori vengono conteggiati sia al pilota numero 34 (Davide Giugliano) che al concorrente titolare dell’iscrizione (Aruba Racing Ducati). Bayliss qui corre con lo status di “substitute rider”, se dovesse correre più di due GP diventerebbe automaticamente “permanent rider” e i motori rotti andrebbero in capo a lui solo se, ipotesi, il team decidesse di schierare tre piloti al rientro di Davide. Che a quel punto andrebbe a zero, cioè ripartirebbe con sette motori di nuovo disponibili. Se invece  nel prossimo round in Tailandia al posto di Bayliss dovesse esserci un altro sostituto per la Ducati sarà la stessa cosa, eventuali motori rotti si aggiungono al totale di Giugliano.

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