15 Ottobre 2014

E se Marco Melandri andasse alla Yamaha?

L’Aprilia non fa dormire Marco Melandri. In piena notte il pilota più in forma del momento ha condiviso la sua angoscia coi suoi 240 mila followers: “Non chiudere occhio perchè si ha dei pensieri in testa mi fa proprio incazzare!!! Qualcuno sa come si spegne il cervello???” Non ne avrebbe motivo: negli ultimi 6 GP […]

L’Aprilia non fa dormire Marco Melandri. In piena notte il pilota più in forma del momento ha condiviso la sua angoscia coi suoi 240 mila followers: “Non chiudere occhio perchè si ha dei pensieri in testa mi fa proprio incazzare!!! Qualcuno sa come si spegne il cervello???” Non ne avrebbe motivo: negli ultimi 6 GP (12 gare) Marco è finito nei primi tre in nove occasione firmando sei trionfi. Sarebbero stati sette senza il regalo al compagno Sylvain Guintoli nel GP di Francia. Ad agosto è diventato papà, ormi è  un aviatore provetto e guadagna più di qualunque altro pilota Superbike, incluso il campione del Mondo Tom Sykes. Melandri dovrebbe essere un pilota appagato e un ragazzo felice. Invece lo tormentano due incubi: il timore che l’Aprilia diventi un vicolo cieco e, più nell’immediato, la complicatissima ultima sfida Superbike in Qatar, il 2 novembre.

TENTAZIONE YAMAHA – Un paio di mesi fa Melandri ha esercitato l’opzione per estendere il suo contratto  per un’altra stagione, cioè fine 2015. Ma adesso questa firma pesa come un macigno perchè nel frattempo il rapporto con l’Aprilia è andato a rotoli. Marco vorrebbe cambiare aria, ma è difficile. C’è probabilmente una penale da pagare, ma soprattutto non ha alternative né in MotoGP tantomeno in Superbike. Il manager Alberto Vergani va dicendo in giro di avere contatti con la Ducati, che però ha già confermato Chaz Davies e Davide Giugliano e non ci pensa neanche a schierare una terza moto ufficiale. La Kawasaki è a posto con Sykes e l’arrivo di Rea (ex Honda). Moto buone e ingaggi all’altezza non ce ne sono più. Ecco perchè a questo punto la Yamaha può diventare una ciambella di salvataggio. E che ciambella: la moto che verrà presentata all’Eicma tra due settimane ha 199 cavalli  nella versione stradale. Per vincere in Superbike ne servono 20-30 di più e ai tecnici di Iwata non sarà difficile trovarli. “Va fortissimo” ha commentato Valentino Rossi che aveva già provato il prototipo un anno fa e ha fatto il bis nei giorni scorsi. Problema: la Yamaha, uscita dal Mondiale nel 2011 lasciando a piedi proprio Melandri (e Laverty),  tornerà solo nel 2016.  Quindi davanti a Melandri c’è lo scoglio di  anno sabbatico. Potrebbe tenersi impegnato occupandosi dello sviluppo, magari  con la speranza di poter correre gli ultimi 3-4 GP 2015 come wild card.

RITORNO A CASA –   Melandri in Yamaha troverebbe tutto quello che desidera. Il coordinatore del progetto è Andrea Dosoli che ha già lavorato con l’ex iridato 250 in MotoGP con Hayate Kawasaki, poi in Superbike con la Yamaha (2011) e in seguito Bmw. Dosoli ha un rapporto strettissimo col pilota, anche dal punto di vista personale. Dosoli potrebbe allestire la squadra  attorno al suo pupillo, coi soliti uomini di fiducia che Melandri ha avuto nelle esperienze precedenti. Ci sarebbe  da sacrificare il 2015  ma dopo Melandri sarebbe nelle condizioni ideali per puntare al titolo Superbike mai conquistato. Sul medio periodo Noale non può dargli le stesse certezze tecniche. E neanche nell’immediato: la MotoGP non è competitiva, la Superbike si vedrà: a un mese dall’inizio dei test invernali (13-14 novembre, Aragon) mancano sia la squadra che la RSV4 adattata al nuovo regolamento: pistoni e bielle di serie, elettronica condivisa con gli altri team satellite.

CHE SUCCEDE IN QATAR? – Ad agitare le notti di Marco c’è anche l’epilogo del Mondiale. Il 2 novembre in Qatar l’Aprilia gli chiederà di correre per Guintoli per il terzo round di fila. Il patto c’era già a Jerez e Magny Cours ma alla resa dei conti Melandri si è fatto da parte solo una volta in quattro gare. A Guintoli non basterà vincere se Sykes arriva secondo, quindi Melandri è decisivo. Che farà? Forse neanche lui lo sa e il rischio di finire sulla graticola come in Francia è altissimo. Se lascia strada, come a Magny Cours in gara1, gli appassionati accuseranno di non essere un vincente. Se corre per vincere, altri diranno che che non è un uomo d’azienda. E l’Aprilia sconfitta lo metterà alla porta. Ma forse è proprio quello che Marco desidera…

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1 commento

  1. Member_49375 ha detto:

    che brutta situazione per un pilota che sta vincendo molte gare. tutto sarebbe perfetto se il regolamento fosse rimasto uguale anche nel 2015 e il cambiamento fosse avvenuto contemporaneamente a quello che avverrà in Motogp nel 2016. Perchè la Dorna non ha sincronizzato la situazione? Marco si sarebbe presentato a Phillip Island tranquillo e vincente, cominciando un’annata di vittorie che lo avrebbe fatto diventare campione. nel 2016 poi un ingaggio da pilota ufficiale sull’Aprilia nuova di zecca in Motogp sarebbe stata un’avventura stimolante. invece niente, regolamento cambiato e Aprilia non sa/può/vuole regolare la moto per essere comunque vincente ai nastri di partenza dell’Sbk 2015. bello tornare alla Yamaha con Dosoli, ma non è possibile anticipare al 2015? se non è possibile, che firmi subito per il 2016, ma nel frattempo trovi un ingaggio annuale in Sbk anche con una moto che non gli può dare il titolo ma con cui può stupire… niente Art MotoGp 2015 né anno sabbatico, a noi tifosi non può sparire dal radar proprio ora che siamo eccitati dalle vittorie ma al tempo stesso frustrati da questa classifica del cavolo che chiede di sacrificarlo… una Bmw Corser o una Ducati Althea con materiale buono (le Evo tanto non esisteranno più, quindi dovrebbero tornare in ballo anche i privati…), va bene tutto meglio che l’Art Motogp e l’anno sabbatico. Aspettando la Yamaha ufficiale…