13 Aprile 2013

E' nata la Superbike del futuro: motori contingentati, sospensioni e freni a prezzo politico

Ad Aragon ha preso forma la Superbike del futuro. Non ci sono ancora comunicati ufficiali e mancano dettagli, però siamo in grando di anticipare le principali novità che verranno introdotte dal 2014. Non ci sarà alcun riavvicinamento alla produzione di serie, com’era stato paventato qualche mese fa, ma solo qualche aggiustamento dell’attuale formula. L’accordo tra […]

Ad Aragon ha preso forma la Superbike del futuro. Non ci sono ancora comunicati ufficiali e mancano dettagli, però siamo in grando di anticipare le principali novità che verranno introdotte dal 2014.

Non ci sarà alcun riavvicinamento alla produzione di serie, com’era stato paventato qualche mese fa, ma solo qualche aggiustamento dell’attuale formula. L’accordo tra Costruttori, Federmoto Internazionale e l’organizzatore Dorna è stato raggiunto in appena un paio di mesi e senza alcun braccio di ferro. Non era scontato perchè le Case corrono in Superbike con soluzioni tecniche diverse e in passato avevano sempre cercato di far pendere la bilancia regolamentare dalla propria parte. Stavolta il comune denominatore è stato conservare le prerogative del campionato: grande spettacolo,  equilibrio di prestazioni e fascino della sfida tecnica.

Il motore 4 cilindri a V dell’Aprilia RSV4 (AlexPhoto)

MOTORI CONTINGENTATI – Il mercato europeo langue e la riduzione dei costi è stata la priorità. La novità più rilevante riguarda la limitazione dei motori da utilizzare nell’arco dell’intera stagione. Saranno concessi quattordici motori per ogni due piloti, che non significa necessariamente sette a testa. Perchè le Case potranno determinare gli accoppiamenti come preferiscono, coinvolgendo anche i team satellite, indicando la coppia all’inizio della stagione. Esempio: la Bmw potrà designare Melandri e un privato della stessa marca. Sarà quindi permesso che Melandri utilizzi dieci propulsori e il compagno di marca quattro. Questo strano sistema è stato ideato per permettere alle Case di fornire ai team satellite moto ufficiali a costi ridotti. Aprilia già adesso fornisce moto ufficiali a due formazioni esterne, al costo di 350 mila € a stagione, revisioni motore e assistenza incluse. Le concorrenti si adegueranno e il prezzo è destinato a calare, anche perchè alcuni stanno pensando di proporre pacchetti “base” a prezzo ridotto. L’Aprilia fornirà una RSV4 “kit”, cioè meno sofisticata delle ufficiali, a 200 mila €: una soluzione ideale per le new entry. Per aumentare i piloti in griglia, quest’anno appena venti, si spera di convincere alcuni team Superstock (strettamente derivate dalla serie) o impegnati nelle serie nazionali a salire in top class, godendo di una visibilità enormemente superiore. Curiosità: in MotoGP si possono utilizzare solo cinque motori per 18 GP.

FRENI E SOSPENSIONI A PREZZO POLITICO – La componentista è una voce che incide molto sul budget dei team. Le squadre che usano sospensioni Ohlins, tutte eccetto Kawasaki, spendono circa 100 mila € l’anno per la stessa forcella che si usa in MotoGP (prototipi), compresa l’assistenza che può essere fatta solo da un tecnico specializzato del fornitore svedese. Dal 2014 componenti così costosi finiranno al bando: la FIM indicherà un tetto massimo di prezzo alla quale sarà necessario adeguarsi. Lo stesso avverrà per gli impianti frenanti. I team satellite potranno dunque disporre, a prezzo “politico”, dello stesso materiale in uso agli ufficiali.

La Bmw S1000RR di Marco Melandri

SUPERSTOCK 1000 SALVA – Se la Superbike si fosse avvicinata alla serie, mantenere in vita la Superstock 1000 non avrebbe avuto senso. Invece la FIM World Cup under 26 anni è stata confermata e andrà avanti anche nelle prossime stagioni.

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1 commento

  1. oldinside ha detto:

    A fronte di SBK molto vicine, come tempi e costi, ad una Motogp, potrebbe essere interessante valutare se abolire… la motogp! Si, abolire la motogp. Hanno ancora senso, dopo 60 anni, i prototipi? Hanno davvero ricadute sul prodotto di serie oppure la maggior parte di quello sperimentato in motogp potrebbe esserlo anche sulle sbk e trovarlo direttamente in produzione? Ha senso mantenere un campionato dove ci sono 4-5 piloti in grado di guidare al limite moto da 250 cv ed oltre, imbottite di elettronica per permettere al pilota di arrivare a fine gara salvo, se non sano? Dei prototipi dove l’architettura del motore è quasi obbligata, il regime di giri è fisso, l’elettronica avrà hw comune… Una SBK con in più i migliori 8 piloti GP avrebbe una griglia pazzesca, una visibilità estrema con due manches magari ridotte di qualche minuto, potrebbe correre in tutto il mondo da febbraio ad ottobre riducendo i costi e probabilmente aumentando i ricavi. La stock 1000 potrebbe essere corsa in stile endurance, 60 minuti di gara continua. La moto3 potrebbe trovare collocazione con delle moto tra i 250 ed i 400 cmc, anche queste derivate dalla serie, che potrebbero reinventare il settore sport delle piccole cilindrate e sviluppare nuovi mercati. E’ una utopia, Gozzi, oppure un po di senso ce l’ha?