14 Agosto 2013

Cancellata la Superbike in India: il vero perchè

La Federazione Motociclistica Internazionale ha appena annunciato la cancellazione della gara finale del Mondiale Superbike 2013 che doveva disputarsi al Buddh Circuit, vicino New Delhi, il 17 novembre. “Problemi coi commissari di percorso inesperti” è la motivazione ufficiale. Ridicolo. La verità è ben diversa.   L'India era stata presentata come nuova frontiera delle corse e […]

La Federazione Motociclistica Internazionale ha appena annunciato la cancellazione della gara finale del Mondiale Superbike 2013 che doveva disputarsi al Buddh Circuit, vicino New Delhi, il 17 novembre. “Problemi coi commissari di percorso inesperti” è la motivazione ufficiale. Ridicolo. La verità è ben diversa.

 
L'India era stata presentata come nuova frontiera delle corse e grande occasione di promozione e business per le Case motociclistiche che hanno interessi crescenti in quell'area in vorticoso progresso economico. Invece è stata un pasticcio colossale che scuote per l'ennesima volta la credibilità di una Federazione Internazionale.
L'annullamento era nell'aria da settimane e il promoter Dorna aveva avvertito già  le squadre di non provvedere alle prenotazioni aeree di cargo e personale in attesa di chiarimenti. La FIM ha fatto l'annuncio alla vigilia di Ferragosto, con l'intera Superbike in vacanza,  adducendo una motivazione ridicola.  A conforto di questa tesi ha inserito nel comunicato le dichiarazioni del presidente della Federazione Motoristica Indiana e di un responsabile del “Club dei Marshals”. Spiegano che si alleneranno con gare locali di auto e moto in previsione del Mondiale 2015. Un po' lunga come preparazione…

La gara è nel calendario Superbike, un documento ufficiale della FIM, da settembre 2012. Inizialmente era programmata il 10 marzo, due settimane dopo l'Australia per minimizzare i costi di trasporto. Il 15 gennaio, meno di due mesi prima, la stessa FIM aveva comunicato il posticipo al 17 novembre, in coda al Mondiale. Sempre adducendo il problema dei commissari di pista non adeguati. Strano che otto mesi non abbiamo imparato niente.

In realtà i commissari non c'entrano  nulla. Il motociclismo è andato con successo alla scoperta di posti esotici facendo a meno di personale del posto. E' successo in Qatar, quando per il debutto 2004 la MotoGP si portò dietro un aereo intero di addetti dell'Estoril (Portogallo). Lo stesso è accaduto a Mosca per la prima volta Superbike, nel 2012, quando la Infront fece ricorso ai commissari di stanza a Misano e Vallelunga. Dovettero occuparsi perfino di cucire le bandiere di segnalazione, ma poi la gara corse via senza intoppi. Sullo stesso Buddh Circuit ha già corso la F1, quindi infrastruttura, servizi e personale sono perfettamente all'altezza.
Le motivazioni della cancellazione sono ben altre. E si parla di soldi, ovviamente. La Superbike in India è stata un'idea di Maurizio Flammini, il precedente gestore del Mondiale, che in quell'area aveva già altri interessi: edilizia, progettazione e fornitura di servizi di ingegneria. Il contatto ad altissimo livello con le autorità locali era stato portato avanti senza dare troppo peso ai dettagli organizzativi, come la necessità di dover pagare un consistente dazio doganale per l'importazione temporanea di moto e materiale dei team. Ad ottobre 2012 la gestione Superbike è passata alla Dorna che si è trovata a dover gestire in poche settimane una trasferta complicata e costosissima. Da qui il rinvio del gennaio scorso.

La Dorna in quel periodo aveva fatto sapere che il problema con la dogana era superato e che la gara si sarebbe disputata regolarmente. Facile capire perchè: agli spagnoli l'India interessava moltissimo anche in ottica MotoGP.
Ma poi è venuto fuori che la società Jaypee Sport International Limited, la stessa che ha costruito e gestisce il circuito, non aveva i soldi necessari per coprire i costi della gara. Né i diritti spettanti alla Dorna, men che meno la cifra necessaria a coprire in parte le spese di trasporto delle squadre. Gli indiani sono inadempienti ed è probabile che Dorna chiederà i danni in sede legale.

E la FIM? Ormai l'unica incombenza del massimo organo sportivo del motociclismo è ratificare quello che altri decidono. Il presidente Vito Ippolito ogni tanto viene in circuito a parlare di regolamenti, di futuro, di massimi sistemi. Ma in realtà sono materie su cui la FIM, per contratto, non può mettere il becco: decide tutto la Dorna, a maggior ragione adesso che è diventata gestore di tutto, MotoGP e Superbike. Ma almeno bisognerebbe salvare la faccia. Evitando, magari, le versioni di comodo.

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