28 Ottobre 2018

Troy Bayliss pronto per la Panigale V4 R: “Corro fino a 65 anni!”

La famiglia da corsa australiana protagonista nelle gare di contorno MotoGP: TB21 ancora 2° in Superbike, il "piccolo" Oliver vince la 300

A Phillip Island è stata una domenica bestiale per Troy Bayliss. A 49 anni il campionissimo Ducati è arrivato ancora secondo nella sfida show Superbike, piegato in volata per appena 327 millesimi da Troy Herfoss, pilota Honda laureatosi campione australiano della categoria. In tre gare TB21 ha portato a casa una vittoria e due secondi posti, battuto per pochi millesimi. A tenere alto il blasone di famiglia ci ha pensato il figlio Oliver, 15 anni, vincitore della Supersport 300 risolta con una maxi volata che ha coinvolto ben sette piloti. Troy Bayliss è stato intervistato da Paolo Ianieri, inviato de La Gazzetta dello Sport.

Troy, 49 anni e non sentirli.

«Sono in forma come quando correvo, ma molto più in salute. Ok, le gare del campionato australiano non sono lunghe come nel Mondiale, ma in moto sto bene, mi diverto».

Non riesce proprio a fare a meno di questa vita.

«Anche mia moglie Kim lo ha capito. Ora lavoriamo assieme, organizziamo dei motorshow qui in Australia e due tappe del campionato Supercross. La moto è la nostra vita. Tranne Mitch, che ora compete nella MMA (Mixed Martial Arts, combattimenti in una gabbia; n.d.r.), e Abbey, che studia matematica, tutto gira intorno alle due ruote. La ma vita è bella, io continuo ad andare forte e sorrido».

A Motegi, quando Jorge Lorenzo ha dato forfait lei ha scritto a Paolo Ciabatti, d.s. della Ducati, offrendosi per sostituirlo.

«Un po’ era per scherzo, ma non del tutto. Paolo e Davide (Tardozzi; n.d.r.) mi conoscono, lo sanno».

Ci ha sperato? I tifosi sarebbero impazziti.

«Sì e no. Non so cosa avrei potuto fare, ma alla fine è meglio che non sia successo. Come Kim, anche loro mi vogliono bene e si preoccupano della mia salute».

Lei è sempre nel cuore della gente.

«Tanta gente è venuta qui anche per me, si ricordano di quel che ho fatto questi anni».

La sua Panigale V4 del WDW di Misano è stata battuta a 125 mila euro. Quella di Andrea Dovizioso a 62.400 euro, Lorenzo a 57.800.

«Da qualche parte ci deve essere qualcuno che ama molto la Ducati. Come io il WDW: dalla prima edizione, nel 1998, non ne ho saltato uno».

Un altro Bayliss promette bene, Oliver sta vincendo parecchio con la 300.

«Ha appena compiuto 15 anni, è alto, pesa come me e va forte. La Supersport 300 è un bel campionato per imparare, al secondo anno è sempre lì con i migliori».

Ha la sua stessa passione?

«Oh sì, ogni mattina tra lui, Mitch e me va in scena una sfida nuova. E mi danno filo da torcere: mountain bike, moto o qualsiasi altra cosa, è una gara continua. Ma è questo a mantenermi in forma. Oli vuole diventare professionista: non è solo veloce, ha anche la testa giusta. Io gli ho insegnato le cose basiche, ma è soprattutto vedere ogni giorno quanto impegno e passione metto in quel che faccio, che gli fa capire cosa serve per farcela».

Mitch invece ha scelto una strada diversa.

«La cosa strana è che lui è il più tranquillo in famiglia: finora ha vinto 6 incontri su 7. Ma per me è dura vederlo combattere, anche se vince, prende pur sempre botte».

Torniamo alla pista: la Ducati è cresciuta tanto.

«Hanno fatto un gran lavoro, sono andato in pista a guardare, la moto mi sembra molto stabile, Dovizioso è sempre lì davanti a giocarsela, mi piace molto. È interessante vedere come sono andate le cose con Lorenzo, quando lui e Ducati hanno risolto i problemi, ha dimostrato che campione è».

Le spiace che vada via?

«Sì e no. Ma sarà strano vedere lui e Marquez compagni».

Chi è il Bayliss del Mondiale?

«Forse Jack (Miller; n.d.r.) potrebbe essere speciale. Migliora costantemente. È un bravo ragazzo, l’ultimo anno è diventato molto più professionista».

Marquez sta dominando la MotoGP.

«Sì, però a 49 anni non sarà ancora in sella come me. Neanche a 30. Non per essere negativo, Marc è incredibile, un fenomeno, ma non può guidare così tutta la carriera».

E poi c’è Rossi.

«La sua è una storia completamente diversa. È sempre al top, mi piace vederlo lottare ancora per il podio. Ma in generale questo è un grande Mondiale, tutte quelle battaglie, il giocarsi la vittoria negli ultimi giri».

E Bayliss fino a quando correrà ancora?

«Ah, credo intorno ai 65 anni… No, una ragione per la quale continuo è la V4: ho iniziato con la 996 nel 1998, questa sarà la mia ultima moto. Quando tra un paio di anni mi guarderò indietro, vedrò queste moto bellissime che ho guidato».

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