1 Giugno 2016

Tourist Trophy “Quella volta che nel 1993 ho vissuto il TT da dentro”

Maurizio Mazzoni, ex direttore di gara internazionale, tecnico FIM, giornalista e storico, ci racconta com'è vivere da dentro la madre di tutte le corse. E quei due campioni che non ci sono più

Vivere l’esperienza del TT non da semplice spettatore, ma coinvolto in una qualsiasi forma nella gara stessa, anche in forma marginale, è veramente esaltante. È quello che ho potuto godere in prima persona nell’edizione 1993 del Tourist Trophy, ed il ricordo di quelle due settimane sull’isola non mi abbandonerà mai.

CASO – Il tutto nacque, come spesso accade, per puro caso: nel mio girovagare per i circuiti di tutta Europa al seguito del mondiale Superbike ebbi modo di conoscere Alec Hammond, ricco ed appassionato team owner della squadra Ducati Oxford Products che schierava le bicilindriche bolognesi, all’epoca ancora le 888. Fra una parola e l’altra, visto che gli sembravo appassionato e competente (son sempre stato bravo a fingere…) mi invitò a Douglas dove avrei potuto stare insieme alla sua squadra, pagando ovviamente la mia parte, ed avrei potuto rendermi utile in tante piccole cosette durante le due settimane della manifestazione: la prima, la Practice Week, dedicata alle prove e la seconda, la Race Week, alle gare, cioè quindici giorni di full immersion.

FRATELLO DA CORSA – Per il TT 1993 il team aveva in squadra Robert Dunlop, fratello minore del più celebre Joey e padre di Michael e William, assieme a Gavin Lee, un giovane pilota che si era messo in luce con la 250 e debuttava con le Superbike. Robert Dunlop era stato protagonista alla North West 200, un paio di settimane prima, di un’appassionante duello con Carl Fogarty, concluso con la vittoria in volata di Fogarty sulla Ducati-Moto Cinelli con la quale aveva entusiasmato a Donington, ma la prova offerta da Robert era tale da accendere le speranze della squadra per il TT.I primi turni di prove, con levatacce alle 4 del mattino oppure verso l’ora di cena per non intralciare la vita quotidiana della comunità, evidenziarono subito che le nostre Ducati erano veloci, ma consumavano troppo e non sarebbero state in grado di compiere i due giri programmati fra un rifornimento e l’altro.

Il programma ufficiale del TT 1993ESPEDIENTI – Furono cercate varie soluzioni per risolvere questo problema, dal togliere un po’ (tanta!) spugna antincendio dal serbatoio all’installazione di un piccolo contenitore supplementare nascosto nel codone, tutte soluzioni per la verità un po’ borderline dal punto di vista regolamentare, ma si sa, il fine giustifica i mezzi! In più nelle prove del mercoledì sera Lee ebbe un incidente che gli costò la frattura del malleolo al piede del cambio, per cui doveva rinunciare alla corsa. A quel punto iniziò la ricerca frenetica del sostituto; fu contattato telefonicamente anche Fogarty, ma i suoi impegni nel mondiale Superbike lo costrinsero a declinare l’invito. Nell’ampio paddock erboso di Douglas era attendato accanto alla nostra postazione un giovane pilota nordirlandese, Mark Farmer, che gareggiava normalmente nel sud-est asiatico ed era venuto a Douglas appunto con una Kawasaki di un team malese, tenuta insieme con il fil di ferro, verniciata di un improbabile colore rosso mattone; il ragazzo andava molto forte a dispetto della pochezza di mezzi a disposizione.

WELCOME MARK – Bastarono due parole e Mark si aggregò subito a noi, felicissimo di poter cambiare cavalcatura (al TT è possibile farlo in qualsiasi momento). Mai scelta si rivelò più azzeccata: malgrado non avesse mai guidato una Ducati Farmer si dimostrò subito velocissimo, tanto che alla fine delle prove, caratterizzate da un tempo variabilissimo, il tabellone dei tempi riportava Philip McCallen con la Castrol Honda ufficiale primo in 19’05”8, davanti a Simon Beck (Honda RC30), terzo Robert Dunlop in 19’13”0 e settimo Mark Farmer con 19’24”8, proprio alle spalle di Joey Dunlop. Al 20° posto figurava anche lo sfortunato Gavin Lee in 20’02”4, non male per un debuttante!

CHE SFIDE – Finalmente arrivò il giorno della gara. La prima prova, sabato 5 giugno erano di scena i sei giri del Formula One TT; Dunlop partiva con il n.4 e Farmer 10” dopo di lui, con il n.5. Alla fine del giro d’apertura la Ducati di Mark Farmer transitava al comando con 3” su Nick Jefferies (Castrol Honda), 8” su McCallen e quasi 10” su Robert Dunlop! L’entusiasmo nel team era alle stelle, ma durò poco. Alla fine del secondo giro Mark rientrava ai box con la corona che aveva tranciato i bulloni di fissaggio e Robert era precipitato in 14.a posizione; l’agonia di Robert durava per altri due giri, poi rientrava ai box con la moto che rantolava per un problema elettrico. Alla fine dei sei giri previsti la vittoria andava a Nick Jefferies davanti a McCallen, ancora sofferente alla spalla rotta alla North West, e Ward. Unica consolazione per l’Oxford Ducati il giro più veloce della gara, il primo di Mark a 120,58 miglia orarie. Solo 14° Joey Dunlop, che in quel momento era ancora a quota 14 vittorie, alla pari con il grande Mike Hailwood in vetta alla lista dei plurivittoriosi al TT.

RIVINCITA – Durante la settimana lunedì 7 Joey Dunlop otteneva l’attesa vittoria nella 125, proprio davanti al fratello Robert, la storia del TT era stata riscritta. Mercoledì 9 Farmer si piazzava quinto nella gara Supersport con una vecchia Yamaha dietro ad un poker di Honda CBR, insomma i piloti c’erano, senza alcun dubbio. Il Senior TT doveva disputarsi il venerdì 11, ma il tempo inclemente imponeva agli organizzatori di spostare la gara a sabato mattina. Ed ancora una volta il primo giro alimentava le speranze di successo: al comando era McCallen davanti a Farmer, distanziato di 15” e stretto nella morsa delle Castrol Honda ufficiali, visto che alle sue spalle erano Joey Dunlop e Nick Jefferies. Non passava invece Robert, e la squadra era in ansia perché non era arrivata alcuna segnalazione dai marshal di percorso, finché sul monitor della Direzione Gara non apparve l’immagine di Robert tranquillamente seduto a godersi il sole sulla terrazza del Crosby Hotel con una birra in mano e la moto appoggiata al muretto, zittita ancora da un problema elettrico. Non era necessario neppure aspettare la fine del 2° giro per cancellare tutte le speranze del team: Mark si fermava a Hillberry senza benzina: quello che avevamo temuto per tutta la settimana delle prove si era verificato puntualmente. Anche il Senior TT vedeva tre Honda sul podio, con McCallen, Jefferies e Ward nell’ordine.

CIAO RAGAZZI  – Questa è la cronaca della mia visita al TT, un’esperienza che gli anni seguenti hanno reso anche dolorosa. Mark Farmer si uccise il 2 giugno ’94 nelle prove del TT a Black Dub, guidando l’avveniristica moto neozelandese Britten V1000. Gavin Lee ebbe un incidente fatale il 13 luglio 1999 al primo giro della Southern 100, cadendo al Williams Corner con una Yamaha 250. Infine Robert Dunlop, che nel ’94 aveva avuto un terribile incidente a Ballaugh rimanendo tre anni senza gareggiare, perse la vita il 15 maggio 2008 in prova con una Honda 250 a Mather’s Cross, nella gara che amava di più, la North West 200 e della quale deteneva il record di 15 successi.

Il Tourist Trophy è come una bella donna, maliarda e crudele: ti affascina ma sa anche farti soffrire.

(Nella foto d’apertura: Mark Farmer (n.5) raggiunge a Creg-ny-baa il compagno di squadra Robert Dunlop (n.4) partito 10” prima di lui durante il primo giro del Formula 1 TT 1993)

Lascia un commento