6 Dicembre 2017

MotoGP: Mercato piloti 2019, il valzer sta per cominciare

Tutti i big della top class sono in scadenza a fine 2018. Il tira-e-molla su rinnovi e cambi di marca è imminente

Sarà un mercato piloti MotoGP incandescente quello del 2018, senza certezze a priori e tante possibilità a posteriori. I team ufficiali sono già in fermento, dietro le quinte hanno avviato dialoghi in ottica 2019 per non farsi trovare impreparati e senza un alfiere di punta. Sarà una corsa al rialzo a suon’ di quattrini dove vincerà, almeno sulla carta, chi ha più polvere per sparare i colpi di mercato.

HONDA – Dani Pedrosa e Marc Marquez hanno un contratto in scadenza a fine 2018. Il veterano di Sabadell correrà la sua tredicesima stagione in classe regina con la Honda, è il giusto ago della bilancia che ben si adatta a qualsiasi compagno di squadra, buon collaudatore e solida spalla quando il compagno di box (alias Marc Marquez) ha bisogno di una mano per conquistare il Mondiale. Difficile immaginare un’inversione di vento da chi è rimasto sempre fedele alla HRC, considerando l’ottima proporzione qualità-ingaggio sia per il pilota che per la Casa di Tokyo. Il vero enigma è Marc Marquez che con le dichiarazioni degli ultimi giorni sembra voler giocare al rialzo sulle cifre del contratto. Un giorno si dice grato e fedele ai colori Honda, un altro di voler ascoltare tutte le proposte. KTM-Red Bull non sembrano intenzionate per adesso a mettere sul tavolo un super investimento, con Stefan Pierer che ha espressamente confessato di voler puntare più su Johann Zarco che sul Cabroncito. Le porte che aprono l’accesso a Yamaha e Ducati sembrano al momento sbarrate, Repsol Honda sembra l’unica saggia scelta. Restano solo da definire le cifre del nuovo stipendio, salvo roboanti (ma improbabili) capovolgimenti di fronte.

YAMAHA – Valentino Rossi e Maverick Vinales sono entrambi in gioco. Lo spagnolo sembra una certezza futura su cui continuare a scommettere, sia considerando l’età, sia le sue prestazioni nei test invernali di un anno fa e in gara fino al GP del Mugello. Poi la nuova carcassa anteriore più dura della Michelin ha mandato in tilt la centralina e il telaio della Yamaha, poco reattiva ad adattarsi alle modifiche, accusando una bella batosta in termini di grip al posteriore. Se da Iwata arriveranno le dovute risposte in termini di sviluppo Vinales potrà essere nuovamente protagonista del Mondiale. Per Valentino Rossi resta il rebus ritiro o rinnovo di contratto, molto dipenderà dalle prestazioni nelle prime gare del 2018. L’enigma dovrebbe essere sciolto entro il Gran Premio del Mugello. Dalla sua scelta dipenderà anche il destino di Johann Zarco. Lin Jarvis ha preannunciato il passaggio del francese sulla M1 ufficiale nel caso di addio del pesarese. Viceversa gli si dovrà garantire una moto Factory per spegnere le ammalianti sirene degli altri team.

DUCATI – Contratto in scadenza anche per Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo. Il forlivese si è visto decurtare lo stipendio da 3 milioni a poco più di un milione di euro al termine del 2016. Ma con i 200.000 euro incassati per ogni vittoria e un ulteriore bonus per il titolo di vice campione del mondo pare abbia guadagnato il suo vecchio stipendio. Ducati ha intenzione di rinnovare con DesmoDovi e non potrebbe essere altrimenti, ma sa di dover mettere mano al portafogli. Prima di partire per il trittico d’Oriente Andrea è stato chiaro: “A partire dal prossimo anno ci sarà da sedersi e discutere. Dobbiamo vedere che condizioni troverò. I negoziati con la Ducati saranno diversi rispetto allo scorso anno”. Nell’altro angolo del box c’è Jorge Lorenzo con i suoi 25 milioni di euro in due stagioni. E’ il pilota più pagato della MotoGP, ma i risultati finora hanno lasciato tanto amaro in bocca. Se da un lato Gigi Dall’Igna e Paolo Ciabatti fanno quadrato intorno al maiorchino, Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati, cui spetta l’ultima parola prima di ogni firma, non fa sconti: “Lorenzo è stato ampiamente sotto le aspettative. Quindi è atteso alla prova dell’anno prossimo, dovrà dimostrare di essere il campione che ha mostrato di essere in passato”. Un messaggio implicito anche in termini di ingaggio: senza risultati è impensabile rinnovare a cifre simili…

SUZUKI – Nel 2017 la casa di Hamamatsu ha pagato l’errore tecnico di voler adottare un motore troppo soft nel tentativo di risolvere i problemi in uscita di curva. I successi di Vinales nel 2016 hanno costretto Suzuki a veder congelato ogni tentativo di rimediare allo sbaglio e Andrea Iannone non è mai riuscito ad adattarsi alla GSX-RR 2017. Nei test di Valencia e Jerez il team di Davide Brivio ha rivoluzionato la moto con una nuova carena, un telaio ridisegnato, un motore più potente che hanno già regalato le prime soddisfazioni. Ma una rondine non fa primavera, servono i risultati che contano. C’è tempo per migliorare e il team potrà beneficiare di nove motori al posto di sette, di nessun limite ai test e sviluppo del motore non congelato. Se Suzuki troverà la retta via Andrea Iannone non dovrebbe avere difficoltà a rinnovare. Altrimenti potrebbe perdere stimoli e guardare altrove, con Aprilia affacciata alla finestra in attesa di novelle.

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