2 Maggio 2017

MotoGP Jerez E se in Spagna toccasse a Valentino Rossi?

MotoGP Jerez E se in Spagna toccasse a Valentino Rossi? Il leader del Mondiale, tre podi in tre gare, può approfittare di nuovo della grande rivalità Vinales-Marquez

Il Motomondiale arriva in Europa: dopo la prima tappa stagionale disputata in Qatar e due appuntamenti che hanno avuto luogo nel continente americano, ci si prepara per la prima trasferta nella penisola iberica, precisamente sul tracciato di Jerez de la Frontera. Anche se siamo solo ad inizio stagione, c’è ottimismo per quanto riguarda i nostri colori: Valentino Rossi e Franco Morbidelli arrivano in Spagna al comando delle classifiche iridate rispettivamente in MotoGP e Moto2, ma dopo la vittoria texana di Fenati in Moto3 si spera in un altro buon risultato anche nella categoria minore del Motomondiale.

IL CIRCUITO – Situato nelle vicinanze di Cadice, in Andalusia, si tratta di un autodromo inaugurato nel 1985 e che ospitato prima la Formula 1, per poi entrare a far parte del calendario della MotoGP a partire dal 1987. Con l’obiettivo di rendere il tracciato più veloce, negli anni ’90 ci fu l’inserimento della chicane Senna, oltre ad una modifica della curva Pons, portando la lunghezza della pista dai 4218 metri iniziali agli attuali 4423 metri, che si snodano in tredici curve, otto a destra e cinque a sinistra. Caratteristici di questa pista sono anche i nomi di alcune curve, dedicate a piloti spagnoli che hanno lasciato un segno nella storia del Motomondiale: la curva 5 è dedicata a Sito Pons (bi-campione del mondo 250cc), per proseguire con la curva 8 di Jorge “Aspar” Martinez (quattro volte campione del mondo nell’allora 80cc), seguita dalla 9 di Angel Nieto (13 titoli iridati, sei in 50cc e sette in 125cc), continuando con la 11 di Alex Crivillé (due titoli mondiali, primo ed unico spagnolo iridato in 500cc), per poi finire con la 13, dal 2013 intitolata a Jorge Lorenzo (cinque corone iridate, oltre ad essere l’attuale detentore del record del tracciato).

MOTOGP: ROSSI LEADER, VINALES PER IL RISCATTO – A poco meno di due settimane dalla tappa texana, dominata dal campione del mondo in carica Marc Marquez, si va in Spagna con un italiano al comando della classifica iridata: il secondo posto di Valentino Rossi, unito al ritiro per caduta di Maverick Vinales, ha permesso al pilota di Tavullia di portarsi provvisoriamente davanti a tutti. Il fine settimana a Jerez sarà un appuntamento importante, con il Dottore (vincitore l’anno scorso proprio sul tracciato andaluso) che dovrà guardarsi soprattutto dal compagno di squadra e dai piloti Repsol Honda, vista la competitività ritrovata da Marc Marquez e Dani Pedrosa in Texas. Si spera poi in qualche progresso in casa Ducati: un unico podio nelle prime tre gare (quello di Dovizioso in Qatar) è decisamente meno di quanto si pensava prima dell’inizio stagione, considerando soprattutto le difficoltà di adattamento alla GP17 dimostrate sia da ‘Dovi’ che da Jorge Lorenzo, mai in lotta per le prime posizioni ad Austin. In casa Suzuki invece mancherà il pilota esordiente: Alex Rins è costretto a saltare la prima tappa casalinga a causa di una frattura al polso sinistro riportata negli Stati Uniti e verrà sostituito dal tester Takuya Tsuda.

MOTO2: CHI FERMERA’ MORBIDELLI? – Si tratta decisamente di un inizio di stagione stellare per Franco Morbidelli: il pilota italiano del team Estrella Galicia 0,0 Marc VDS si è imposto in tutte e tre le prime gare stagionali, mantenendosi leader iridato a punteggio pieno e ponendosi fin da subito come l’uomo da battere. Ora si va su un tracciato sul quale ha ottenuto come miglior piazzamento un quarto posto l’anno scorso, una pista nella quale soprattutto Alex Marquez, pilota di casa, proverà nuovamente a dare fastidio al compagno di squadra dopo gli errori commessi nelle gare precedenti. Non dimentichiamoci però di Thomas Luthi, costantemente a ridosso dell’italiano ed a podio in tutte le prime gare stagionali, così come Takaaki Nakagami (due volte a podio) e Miguel Oliveira (che ha portato alla sua squadra una pole position ed un podio storici). Dall’altro lato del box Red Bull KTM Ajo ritroveremo il tester Ricky Cardus, ancora in azione al posto di Brad Binder, mentre per questo weekend saranno dieci i piloti italiani in pista: dopo la clamorosa rottura tra Danny Kent e Kiefer Racing avvenuta ad Austin, la squadra tedesca ha deciso di puntare per la tappa spagnola su Federico Fuligni, quest’anno impegnato nel CEV Moto2 ma che ha già preso parte a 7 GP iridati come wild card.

MOTO3: L’ITALIA S’E’ DESTA? – Il ritmo imposto da Joan Mir nei primi due GP è stato interrotto ad Austin da uno scatenato Romano Fenati, che ha portato a casa la prima vittoria stagionale, esattamente un anno dopo l’ultima da lui ottenuta nella categoria minore. Per il terzo GP consecutivo è salito sul podio Jorge Martin, ma aver visto un ottimo Fabio Di Giannantonio, terzo in Texas, battagliare dall’inizio alla fine assieme, tra gli altri, ad Enea Bastianini e Nicolò Bulega, fa ben sperare anche nella prima tappa europea. Ancora una volta l’uomo da battere sarà Mir, leader iridato ma solo ottavo al GP delle Americhe, subito dietro a John McPhee, un altro pilota da tenere d’occhio visti i due podi ottenuti nelle prime gare stagionali con l’esordiente British Talent Team. Una piccola curiosità: da quando la categoria minore è diventata Moto3, in tre occasioni i vincitori sono stati i piloti che poi hanno conquistato il titolo iridato (nel 2013 Vinales, nel 2015 Kent, nel 2016 Binder). Uniche eccezioni sono le stagioni 2012 e 2014, quando fu proprio “Fenny” a portare a casa la vittoria.

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