16 Ottobre 2018

Marc Marquez: la solitudine dei numeri primi

Marc Marquez a Motegi può riconfermarsi campione MotoGP per la quinta volta. Non è amato da tutti, ma il suo destino è riscrivere la storia

Inutile girarci attorno: Marc Marquez è un fenomeno assoluto, uno di quelli in grado di segnare un’intera generazione a suon di record e di vittorie. Lo spagnolo, tuttavia, è uno dei campioni più discussi e controversi del panorama sportivo mondiale. Nel corso della sua ancor breve carriera, Marc è balzato agli onori della cronaca per essersi reso protagonista di alcuni episodi controversi, sia in gara che fuori, facendo sì che il giudizio sul suo talento fosse condizionato da valutazioni sulla sua persona.

Marc Marquez

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IL DESTINO DEI GRANDI – Il non essere amato da tutti è un destino che accomuna tutti i più grandi della storia dello sport: Josè Mourinho, ora allenatore del Manchester United, è uno dei personaggi più discussi ed “odiati” del calcio mondiale ma le sue doti da allenatore non sono mai state messe in discussione. Analogo discorso vale per LeBron James, ad esempio, che all’8 di ottobre con i suoi Los Angeles Lakers quotati a 12 è tra i favoriti assoluti alla vittoria del prossimo titolo NBA, seppur in passato sia stato criticato per alcune scelte, a dire di alcuni di convenienza, è generalmente riconosciuto come uno dei cestisti più grandi di tutti i tempi. Anche Lewis Hamilton è stato spesso contestato per il suo atteggiamento irritante e spocchioso ma è egualmente considerato il pilota più forte in circolazione. Dello spagnolo, invece, si dice che, seppur forte, vinca per la superiorità imbarazzante della sua Honda, per la mancanza di avversari di livello o perché favorito da alcuni episodi fortunati. La colpa di tutto questo astio nei propri confronti, probabilmente, è in parte anche sua ma ogni appassionato di sport che si rispetti deve saper scindere le valutazioni su Marquez in quanto persona da quelle su Marquez in quanto pilota.

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IL RAPPORTO CON VALENTINO ROSSI – Per i tifosi di Valentino Rossi, ad esempio, il nome dello spagnolo rievoca forse una delle più grandi delusioni sportive della loro vita che, a distanza di anni, brucia ancora. Come ci ricorda un articolo di Repubblica corre il 25 ottobre 2015, il mondiale di Moto GP è di scena sul circuito di Sepang, in Malesia, e Valentino Rossi è in lotta con il compagno di squadra Jorge Lorenzo per la conquista del decimo titolo mondiale della sua straordinaria carriera. I rapporti tra Rossi e Marquez sono già tesi da qualche settimana in quanto Valentino ha apertamente accusato lo spagnolo di averlo rallentato deliberatamente nel GP di Phillip Island. Il clima nel paddock è teso ma nessuno può immaginare che possa accadere quello che sta per succedere: sin dai primi giri, Marquez, non preoccupandosi di andare a riprendere chi è in testa alla corsa, decide di ingaggiare un corpo a corpo all’ultimo sangue proprio con Rossi che, nel frattempo, cerca disperatamente di ricucire il distacco che lo separa da Lorenzo, leader della corsa. Dopo giri passati a scambiarsi sorpassi e controsorpassi avviene l’irreparabile: Rossi e Marquez si toccano e quest’ultimo finisce a terra, compromettendo inevitabilmente la propria gara. Quello che all’inizio sembra essere un normale contatto di gara, tuttavia, si rivela sin da subito un “fattaccio” in quanto dalle immagini riprese dall’elicottero sembra che la caduta di Marquez sia stata causata da un “calcio” sferrato proprio da Rossi. L’italiano, tuttavia, nei giorni successivi, nega questa versione sostenendo che sia stato lo spagnolo a colpirlo facendogli perdere l’equilibrio e, a sostegno di questa tesi, nelle ore successive viene diffuso un video amatoriale che sembra dare ragione a Rossi. A prescindere da come siano andate realmente le cose, quell’episodio costa carissimo a Valentino che nel successivo GP di Valencia viene condannato a partire dall’ultima posizione in griglia e perde il mondiale. Il rapporto tra il campione italiano e Marquez da quel momento è inevitabilmente degenerato e, come diretta, conseguenza sono aumentati in modo esponenziale anche il rancore e l’antipatia di molti tifosi nei confronti di Marquez.

I NUMERI DI UN FENOMENO – A prescindere da di chi sia la colpa di quanto accaduto e di quale possa essere la propria valutazione sulla persona di Marquez, dal punto di vista tecnico, lo spagnolo è un assoluto fenomeno e su questo non si discute. La sensazione è che possa riscrivere la storia di questo sport a suon di vittorie e di record. A soli 25 anni lo spagnolo ha già avuto modo di laurearsi campione del mondo della classe 125 nel 2010, del campionato di Moto2 nel 2012 e del campionato di MotoGP nel 2013, nel 2014, nel 2016, nel 2017 e, a meno che non accada qualcosa di clamoroso, anche nel 2018. Dopo l’ennesima vittoria ottenuta sul nuovo circuito malese di Buriram, alla fine di una gara che ha visto uno spettacolare duello con il solito Dovizioso, a quattro gare dalla fine lo spagnolo ha 77 punti di vantaggio sul Dovi e la vittoria del quinto titolo nella classe regina sembra essere saldamente nelle sue mani. Solo un miracolo sportivo potrebbe permettere a Dovizioso di riaprire i giochi e di vincere il primo titolo mondiale in MotoGP.

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Dopo anni in cui ha surclassato il connazionale Dani Pedrosa, prossimo al ritiro dalle cose in MotoGP, dalla prossima stagione Marquez dovrà vedersela con un nuovo compagno di squadra, decisamente più competitivo. Nei mesi scorsi, infatti, la Honda ha comunicato che Jorge Lorenzo nel 2019 lascerà la Ducati per accasarsi presso la casa giapponese. Per Marquez questa sarà la prova del nove e dovrà dimostrare ai più scettici che a parità di moto è in grado di avere la meglio anche sul maiorchino, già tre volte campione del mondo di MotoGP. Marc Marquez è un assoluto fenomeno e solo il tempo sarà in grado di dirci cosa e quanto sarà in grado di vincere. La sensazione è che, a prescindere dalla valutazioni personali, dal punto di vista meramente sportivo sia un campione assoluto destinato a riscrivere la storia di questo sport.

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