9 Maggio 2017

Supersport Michael Canducci: “A Imola voglio il podio!”

Michael Canducci uno dei giovani piloti italiani più promettenti si racconta a Corsedimoto prima della gara di casa.

Il motociclismo italiano ha scoperto una nuova stella e il suo nome è Michael Canducci.

Nato nel 1997 a Rimini, questo giovanissimo pilota romagnolo sta vivendo la sua stagione di debutto nel Mondiale Supersport e nelle prime quattro gare si è più volte messo in evidenza con la Kawasaki del team Puccetti Racing riuscendo a conquistare anche un ottimo quinto posto al Motorland Aragon e una bellissima prima fila ad Assen. Per Canducci la possibilità di correre a tempo pieno nel WorldSSP è arrivata grazie a un fantastico 2016 che lo ha visto rinascere dopo due stagioni difficili e conquistare ottimi risultati nel CIV Supersport, campionato dove lo scorso anno ha ottenuto due vittorie e altri due piazzamenti sul podio e si è anche reso protagonista di un incredibile sorpasso all’esterno al Curvone di Misano. Questi risultati hanno permesso a Canducci non solo di debuttare a tempo pieno nel Mondiale Supersport, campionato di cui aveva avuto un assaggio grazie al team GRT (con cui ha corso le ultime gare della scorsa stagione al posto di Aiden Wagner), ma anche di entrare a far parte di un team Campione del Mondo come Puccetti Racing (dove affianca Kyle Ryde e il pluricampione Kenan Sofuoglu!) e di #madeinCIV, il progetto creato dalla FMI per sostenere alcuni dei migliori talenti italiani impegnati nei campionati internazionali.

Corsedimoto lo ha intervistato prima dell’imminente round di Imola. Ecco cosa ci ha detto.

Partiamo dall’inizio di questa stagione: come sono state le gare di Phillip Island e Buriram?

Diversamente dagli altri non conoscevo le due piste e sono dovuto partire praticamente da zero, il che mi ha creato vari problemi, ma è comunque stata una bella esperienza che spero di ripetere. Purtroppo in Australia ho patito i pochi test e il fatto che non avevo mai provato le partenze a casa e allo start mi si è bruciata la frizione. In Thailandia, invece, le cose sono andate un po’ meglio e dopo una qualifica difficile sono riuscito a recuperare fino al sesto posto…Peccato che a tre giri dalla fine si sia rotto il motore!

Cosa ci dici, invece, delle due gare europee?

Dopo averci corso nel 2013 e nel 2014 pensavo di conoscere benissimo Aragon , ma quando sono sceso in pista ho trovato riferimenti completamente diversi e mi sono sentito come se fossi su un altro circuito da scoprire. Comunque siamo riusciti a fare una bella gara e a chiudere al quinto posto, risultato di cui sono felicissimo. Assen è una pista che mi è sempre piaciuta moltissimo fin da quando sono salito sul podio nella European Junior Cup nel 2013 e anche quest’anno è stato bellissimo correre lì. Mi dispiace solo che dopo essere scattato dalla prima fila sia andato indietro anziché avanti (in gara è arrivato settimo, ndr).

Quali sono le tue aspettative per la gara di casa a Imola e per il resto della stagione?

A Imola punto a salire sul podio, mentre per quanto riguarda il campionato l’obiettivo è la top 5.

Sei entrato nel paddock del WorldSBK nel 2013, quando hai partecipato alla ora defunta European Junior Cup. Che ricordi hai di quella stagione?

È stata una bellissima esperienza che mi ha fatto capire quanto sia bello stare nel paddock del WorldSBK, anche se dopo una prima metà di campionato chiusa in testa sono arrivato quarto a causa di una scivolata e sono stato tirato giù da altri piloti in due occasioni, 

Dopo la difficile stagione 2014 nell’Europeo Superstock 600 sei tornato a correre in Italia. Lo hai vissuto più come un passo indietro o come una nuova opportunità?

Sinceramente ero un po’ deluso da come era andata nella STK600 e l’ho visto più come un passo indietro. Dopo le difficoltà incontrate nel CIV 2015, poi, ero davvero avvilito e avevo iniziato a pensare cose come “Forse sono io che non vado” e a temere che il motociclismo non fosse il mio sport. Ma lo scorso anno, all’ultimo momento, è arrivata l’opportunità di correre con la Kawasaki del team Green Speed di Simone Steffanini e grazie a lui sono riuscito a venire fuori da quel periodo buio e a rilanciarmi chiudendo il campionato al quarto posto.

Domanda che ti avranno fatto sicuramente in tanti: come ti è venuto in mente di fare quel sorpasso all’esterno su Bussolotti al Curvone di Misano?

In verità lo volevo superare alla Curva del Carro, ma poi prendendogli la scia sono arrivato più forte di lui al Curvone. Lui teneva l’interno per non farsi superare e a quel punto io ho visto spazio all’esterno e mi sono detto: “Dai, proviamo!”.  Ci ho provato…ed è venuto fuori un bel sorpasso!

L’ottima stagione 2016 ti ha permesso di rilanciarti e di tornare a fare un campionato internazionale. Ma come si sente un pilota giovane come te quando entra a far parte di un progetto importante come il #madeinCIV e di una squadra di comprovate esperienza e qualità come il team Puccetti?

All’inizio è stato un sogno e sinceramente non mi sentivo prontissimo, comunque penso che far parte di questo progetto e di questa squadra sia una cosa bellissima, una di quelle che ti capitano una volta nella vita!

Quanto è importante per un pilota come te avere un compagno di squadra come Kenan Sofuoglu? Che rapporto hai con lui?

È abbastanza importante, perché possiamo utilizzare i suoi dati. Ancora non riusciamo a interagire un granché, dato che io non parlo inglese e lui non parla italiano, ma mi ha già aiutato più volte.

E con Kyle Ryde?

Parliamo poco, sempre per motivi linguistici, ma c’è comunque un buonissimo rapporto e ci ritroviamo prima di ogni gara. Inoltre, ci siamo aiutati più volte con le scie.

Come ti trovi col team Puccetti?

La squadra è davvero fantastica e preparata. È davvero un altro mondo!

Concludiamo parlando della tua vita lontano dalle piste.

Per cinque o sei giorni a settimana mi alleno di mattina (palestra tre volte a settimana e bici due volte a settimana) e nel primo pomeriggio (corsa tre/quattro volte a settimana). Ogni tanto la sera mi ritrovo coi miei amici, ma alle 22/22:30 sono già a letto anche perché non mi piace fare tardi.

Un po’ in controtendenza, rispetto a tanti giovani della tua età!

Sì. Per dire, a me non piace andare a ballare o fare cose simili. Preferisco mettere a posto i motori da cross in officina o smontare e rimontare il go-kart, il motard e la Suzuki 1000 che abbiamo qui, tutti mezzi di cui mi occupo io per quanto riguarda i tagliandi e anche cose come il cambio gomme, che faccio da solo.

 

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