25 Novembre 2009

Superbike: intervista esclusiva a Luca Scassa

Il pilota italiano racconta il presente e delinea il futuro

Luca Scassa è un pilota 26enne di Arezzo, Toscana, ed ha appena concluso la sua prima stagione completa nel mondiale Superbike, con il team privato Kawasaki Pedercini, dopo aver conquistato nel 2008 il CIV Superbike con la MV Agusta. “Ska”, come viene soprannominato, non ha sicuramente sfigurato nel mondiale delle derivate dalla serie nonostante il mezzo a disposizione, la ZX-10R del team capitanato da Lucio Pedercini, non fosse affatto la moto ideale per fare risultati. BikeRacing.it lo ha incontrato ed intervistato presso lo stand Kawasaki durante la “Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo” (EICMA). Resoconto di questa stagioneAbbastanza positiva, abbiamo conseguito quasi tutti gli obiettivi tranne la top 10, che si stava concretizzando a Misano fino al momento in cui si è asciugata del tutto la pista. E’ stato formativo, istruttivo, difficile ma allo stesso tempo divertente, visto che ho conosciuto tante persone e ho visto località nuove, quindi anche un arricchimento a livello umano, ma troppo duro relativamente alla differenza di prestazioni tra le moto ufficiali e non, visto che a livello di piloti ci siamo. Devo migliorare ancora, ma penso che con un mezzo all’altezza sarei riuscito a stare agevolmente tra i primi 10.” Hai già delle opzioni concrete per il prossimo anno? “Sto valutando varie opzioni tra Honda, Ducati, Aprilia e naturalmente anche di restare dove sono poiché la Kawasaki vuole recuperare sulle concorrenti e sta investendo molto sulla Superbike. La base della moto c’è e bisogna progredire continuamente come abbiamo fatto in questa stagione. Appena mi hanno dato particolari “evoluzione” (a Portimao) il feeling con la moto è migliorato notevolmente e la ZX-10R era più gestibile, tanto che sono riuscito a segnare l’undicesimo tempo durante le qualifiche. Vediamo…” Buon debutto nel WSBK per l'ex campione italiano Ti aspettavi una stagione di questo tipo o pensavi di faticare meno, o addirittura di più?Pensavo che avrei sofferto un po’ di più, ma neanche tanto. Erano quindici le moto ufficiali su 26/28 piloti per gara, quindi l’andare a punti non era una cosa da poco. Quando la pista era bagnata, con un livellamento delle prestazioni delle moto soprattutto in accelerazione e frenata, ero sempre nei primi dieci e a Misano addirittura secondo. La base c’è, devo lavorarci sopra.” Anche riguardo alla qualità dei piloti, è stata molto alta quest’annoBasta vedere che Ben Spies, ha dominato in diverse gare ma in altre ha sofferto, ha corso l’ultima prova MotoGP a Valencia ed era già nei primi 8. Le moto sono ad un livello di sviluppo elevatissimo, quelle ufficiali fanno davvero spavento e i privati sono conseguentemente tagliati fuori. Questo grado di prestazioni è davvero esasperato e a mio modo di vedere è bene che si torni ai livelli di un po’ di anni fa.” Tra Honda e Ducati, cosa sceglieresti?A me piacerebbe andare in Ducati perché penso che possa esprimere meglio il mio valore. Io ho visto come guida Smrz e penso non abbia nulla in più di me. Magari qualcuno leggendo questo mi accuserà di arroganza ma io sono sempre sincero e schietto, penso che uno come Biaggi o come Spies vada più forte di me, ma Smrz no. So cosa so in grado di fare e quindi mi piacerebbe come possibilità.” Piega con la Ninja Ti piace come ambiente la Superbike?E’ un ambiente bello e brutto, come ogni cosa ha anche il rovescio della medaglia. Ci sono tante persone lì dentro che sono lì per lavoro ma non hanno passione, altre che lo fanno solo per passione e non per lavoro e rovinano il mercato. Ci vorrebbe una via di mezzo, una certa professionalità ci vuole visto che ci sono piloti che sono solo lì perché hanno soldi, e non deve essere un affitto moto a medio e lungo termine.” Parlaci del tuo rapporto con i fan: hai un gruppo di sostenitori sempre in crescita e davvero molto legati a teGuarda, io non ho mai cercato niente e nella vita ho sempre cercato di essere me stesso, per come sono tutti i giorni e credo sia la cosa più facile perché se piaci, è per ciò che sei. Non mi invento niente, non ho progettato niente, quello che si è costruito è avvenuto perchè i ragazzi sono spettacolari e spero continui così perché due o tre anni fa avevo un fan club di 25 persone accanite, ora sono 150 altrettanto accanite. Il mio obiettivo nei due anni è quello di superare il numero degli iscritti al fan club della squadra di calcio dell’Arezzo, che milita in serie C.” Valerio Piccini

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