28 Aprile 2013

Superbike Assen Gara 2: Eugene Laverty ritrova la vittoria

Batte Sykes, Baz sul podio, Guintoli capoclassifica

Dominio di Tom Sykes? Sì, ma soltanto nella prima manche. Gara 2 del Mondiale Superbike al TT Circuit Van Drenthe di Assen ha riproposto sul gradino più alto del podio Eugene Laverty, in trionfo al culmine di una condotta di gara esemplare valsa la seconda affermazione stagionale dopo Phillip Island, la quinta in carriera in Superbike, la terza nell’ultimo lustro sul tracciato olandese prendendo in considerazione i successi conseguiti nel biennio 2009-2010 in Supersport. Rimasto in scia alla Kawasaki #66 di Sykes per gran parte della contesa, a quattro tornate dal termine “Norge” ha sorpreso il rivale con un deciso sorpasso alla veloce piega destrorsa della “Ruskenhoek”: a questa manovra il vice-Campione del Mondo in carica non è stato in grado di rispondere con il pilota di passaporto irlandese bravo a chiuder tutte le porte e rilanciare le proprie quotazioni in campionato, seppur soffrendo al photofinish dove è riuscito a spuntarla per una manciata di centesimi.

Con Laverty in trionfo e Sykes che non riesce a sfare il personalissimo “tabù doppietta”, Sylvain Guintoli si conferma leader seppur con il sesto posto finale, vantando ora un tesoretto di 28 punti sul terzetto ad ax-aequo formato da Chaz Davies (5°), lo stesso compagno di squadra Eugene Laverty e Tom Sykes, appaiati al secondo posto in classifica. Può dire la sua nella seconda parte della stagione anche Loris Baz, terzo riusceno a battere in un sol colpo Jonathan Rea (4°), Davies e Guintoli facendo suo il quarto podio in carriera nel Mondiale Superbike (piazzamenti comprensivi della vittoria di Gara 1 a Silverstone lo scorso anno) a pochi giorni dalla trionfale spedizione al Bol d’Or con Kawasaki.

Non è stato invece un weekend da ricordare per Marco Melandri, tradito dalla catena della propria BMW S1000RR in Gara 1, ottavo nella seconda manche dopo esser passato al giro di boa della contesa dal 6° all’undicesimo posto, recuperando giro dopo giro fino a precedere Michel Fabrizio (9°) e la prima Ducati 1199 Panigale R affidata a Carlos Checa, 10° scontando 32″ dal vincitore. A punti anche i nostri Ayrton Badovini (11°), Ivan Clementi (13°) e Federico Sandi (14°), non Vittorio Iannuzzo e Davide Giugliano, a terra dopo un positivo ed apprezzabile avvio ritrovandosi in piena corsa per il podio. Possibilità per tutti di rifarsi tra 15 giorni a Monza.

Cronaca di Gara

Allo spegnimento del semaforo parte benissimo il poleman Sykes, leader alla staccata della “Haarbocht” su Laverty, Rea, Baz, Melandri, Giugliano e Guintoli partito non benissimo dalla seconda fila. Come nella prima manche, Sykes prova subito a scappar via, ma chiude il primo giro con soltanto 3/10 di margine rispetto a Laverty mentre alle loro spalle Giugliano con decisione sfila Melandri per il quinto posto e, poco più tardi, farà sua anche la quarta posizione a scapito di Baz. Il pilota capitolino, vincitore ad Assen nel 2011 tra le Superstock 1000, è davvero scatenato, prova a passare anche Rea favorendo così la fuga di Sykes e Laverty in testa con già 1″4 di margine nei confronti dei loro più diretti inseguitori.

Nel corso del terzo giro finalmente Giugliano riesce a portare a termine il sorpasso su Rea, ma suo malgrado nel corso del sesto giro sarà costretto al ritiro per una scivolata alla prima curva con le fiamme sprigionate al serbatoio della propria Aprilia RSV4. Fuori gioco Giugliano, scala in terza piazza Rea in bagarre con Baz, più staccato un agguerrito terzetto formato da Guintoli, un rimontante Davies e Melandri. Proprio il ravennate nel corso del 9° giro perde progressivamente terreno passando in un lampo dalla settima all’undicesima posizione. La corsa perde uno degli attesi protagonisti, ma in compenso “scopre” un Loris Baz combattivo, bravo nel passare Rea per il terzo posto con Guintoli e Davies a ruota. Giro di boa della contesa e Laverty tiene il passo di Sykes, dietro è confronto-a-quattro sull’asse Francia-Regno Unito per il più basso gradino del podio tra Guintoli, Baz, Rea e Davies, si rivede anche Melandri che viaggia sotto il muro dell’1’37” e riesce a recuperare quantomeno la decima piazza a scapito dell’amico Carlos Checa. Scalano entrambi di una posizione pochi giri più tardi per la scivolata di Jules Cluzel.

Meno 6 all’esposizione della bandiera a scacchi, Laverty “cambia passo” e sigla in 1’36″085 il giro più veloce della contesa: il sorpasso arriverà due tornate più tardi all’ingresso della veloce variante della “Ruskenhoek”, manovra vincente che consente all’irlandese di portarsi al comando. Nel finale Sykes le proverà tutte, ma Laverty con grinta e determinazione chiude tutte le porte e si aggiudica la seconda affermazione stagionale dopo Phillip Island, questa volta affiancato sul podio da Sykes e Baz, terzo beffando nel finale Rea e Guintoli. Tra due settimane tutti a Monza.

eni FIM Superbike World Championship 2013
TT Circuit Van Drenthe Assen, Classifica Gara 2

01- Eugene Laverty – Aprilia Racing Team – Aprilia RSV4 Factory – 22 giri in 35’36.814
02- Tom Sykes – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R – + 0.089
03- Loris Baz – Kawasaki Racing Team – Kawasaki ZX-10R – + 5.848
04- Jonathan Rea – Pata Honda World Superbike Team – Honda CBR 1000RR – + 5.890
05- Chaz Davies – BMW Motorrad GoldBet SBK Team – BMW S1000RR – + 7.359
06- Sylvain Guintoli – Aprilia Racing Team – Aprilia RSV4 Factory – + 7.404
07- Leon Camier – FIXI Crescent Suzuki – Suzuki GSX-R 1000 – + 21.095
08- Marco Melandri – BMW Motorrad GoldBet SBK Team – BMW S1000RR – + 27.267
09- Michel Fabrizio – Red Devils Roma – Aprilia RSV4 Factory – + 30.233
10- Carlos Checa – Team Ducati Alstare – Ducati 1199 Panigale R – + 32.401
11- Ayrton Badovini – Team Ducati Alstare – Ducati 1199 Panigale R – + 39.924
12- Max Neukirchner – MR Racing – Ducati 1199 Panigale R – + 43.904
13- Ivan Clementi – HTM Racing – BMW S1000RR – + 1’00.169
14- Federico Sandi – Team Pedercini – Kawasaki ZX-10R – + 1’01.853
15- Mark Aitchison – Team Effenbert Liberty Racing – Ducati 1098R – + 1’02.664

Alessio Piana (Twitter: @AlessioPiana130)

Servizio Fotografico: Diego De Col

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