25 Maggio 2009

Superstock 600: gli effetti della crisi su livello e spettacolo

In crisi la serie riservata ai giovanissimi under 20

Gli effetti della crisi economica mondiale e il modo in cui ha colpito i vari Team delle varie categorie è sotto gli occhi di tutti, crisi che non ha risparmiato nessuno, dai big della MotoGP, ai Team più piccoli delle varie categorie nazionali. Ciò di cui vogliamo parlare ora è della terribile situazione in cui si trova una delle categorie Top per quanto riguarda lo spettacolo e il numero di Team (facendo particolare riferimento alla passata stagione): l’europeo Superstock 600 riservato ai giovanissimi under 20. Nella passata stagione si contavano costantemente un numero di moto in griglia superiore a 30, con per esempio nella gara di Brno tra iscritti e Wild Card sullo schieramento erano presenti ben 36 piloti, provenienti da tutte le parti d’Europa: Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Polonia, Danimarca… Pochi mesi più tardi, dall’ultima gara di Portimao, svolta nel Novembre 2008, la situazione è la seguente: al debutto nella gara di Valencia (Aprile 2009) i piloti al via furono solamente 19 (ricordiamo che i primi 15 conquistano punti mondiali), ben 8 Yamaha (ora 9, dato il passaggio di Nacho Calero proveniente dalla nuova Kawasaki ZX6R), altrettante Honda, una Suzuki e due Kawasaki (ora una, condotta da Dino Lombardi).

Altro fattore da tenere in considerazione, è lo scarso livello di competitività di parecchi piloti (non al top, chiaramente) e soprattutto dell’assenza delle lotte all’ultima curva, che resero spettacolare la categoria nella passata stagione. Nel 2008 piloti come Loris Baz, Marco Bussolotti, Gino Rea, Dan Linfoot e Patrick Vostàrek regalarono delle vere battaglie da cardiopalmo, spesso decise proprio negli ultimi metri di gara, dando a tutti gli appassionati forti emozioni, molto difficili da trovare in categorie anche più blasonate: davvero niente male per dei ragazzini. Quest’anno la storia è purtroppo cambiata: Baz, Linfoot e Vostàrek hanno migrato altrove e i distacchi durante le gare sono troppo alti per poter pensare a una gara decisa all’ultima tornata.

Se andiamo ad analizzare le prime tre gare fin qui disputate, vediamo infatti che a Valencia (11 giri) il nostro Danilo Petrucci ha vinto con un vantaggio su Lonbois di ben 4 secondi; il distacco tra il vincitore e il quarto classificato è risultato di 5 secondi (accettabile), purtroppo però il divario si fa sempre più pesante, con il 6° classificato che ha accumulato uno svantaggio di 14 secondi e scendendo sempre di più la classifica, andiamo a trovare piloti che avevano un ritmo di ben 5 secondi al giro più lento del vincitore, inaccettabile in una categoria che limita parecchio gli interventi possibili sulle moto. La situazione ad Assen è purtroppo simile, nonostante la battaglia per le prime posizioni, la quale ha portato una serie di errori commessi da parte dei vari leader che si sono presentati: il quarto classificato in soli 10 giri ha accumulato un distacco di 10 secondi e man mano purtroppo andiamo a trovare piloti con un ritmo di 10 secondi a giro più lento del vincitore di gara.

Ciò che sorge spontaneo chiedersi com’è possibile vedere così pochi piloti in griglia nella categoria che sulla carta costa meno delle sorelle maggiori? Come mai sono bastati solamente pochi mesi per stravolgere una situazione portandola verso un sentiero assolutamente negativo? Permettere di scendere in pista a piloti che hanno un ritmo così lento da rischiare il doppiaggio in soli 10 giri, non è un pericolo per i più veloci in pista? Se la situazione non migliorerà, questa categoria, avrà ancora ragione di esistere? Come tutti gli altri appassionati di moto, possiamo solamente sperare che il futuro sia più roseo possibile e che si possa tornare ad assistere a gare molto più combattute a cominciare dal prossimo appuntamento che si svolgerà sul circuito di Misano Adriatico dal 19 al 21 giugno.

Marco Guizzardi

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