20 Marzo 2012

American Superbike: dopo Daytona è ancora Hayes Vs Young

Una vittoria a testa a Daytona per Yamaha Suzuki

C’erano tutte le premesse per una stagione 2012 dell’AMA/American Superbike combattuta. La ritrovata vena agonistica di Roger Hayden e Ben Bostrom, la presenza ufficiale di Erik Buell Racing e KTM, un giovane arrembante come Josh Herrin all’esordio tra le 1000cc. Alla fine, secondo copione, Daytona ha chiarito ancora una volta che il 2012 sarà l’anno della “rivincita” tra Josh Hayes e Blake Young, rispettivamente campione e vice-campione 2011, schierati in rappresentanza di Graves Yamaha e Yoshimura Suzuki. Josh Hayes, titolato nel 2010 e 2011 con la stessa moto e team, si era presentato a Daytona rispettando appieno il ruolo di “Man on a mission”. Da 8 anni non vinceva in Florida, in più voleva a tutti i costi scrollarsi di dosso la discussa squalifica per irregolarità tecnica alla 200 miglia del 2008, centrando la prima personale affermazione a Daytona tra le Superbike. Dopo una stratosferica pole, il nativo del Mississipi ha letteralmente spazzato via la concorrenza in Gara 1, al comando dal primo all’ultimo giro con un best time vicino al record della pista e 8″ di vantaggio proprio su Blake Young all’esposizione della bandiera a scacchi. Colpa mia: ho tutto per vincere, sono deluso della mia prestazione“, aveva dichiarato, senza mezzi termini e con poche parole, Blake Young al termine della gara del venerdì. L’indomani il pupillo di Kevin Schwantz, alla quarta stagione da pilota ufficiale Yoshimura Suzuki, ha dimostrato a chiare lettere la propria ragione: “ombra” di Hayes per 2/3 della contesa, leader al momento più giusto, ovvero all’esposizione della bandiera a scacchi, vincendo la volata per 2 millesimi (!) con l’inevitabile ricorso al photofinish. Conclusa la Daytona Bike Week, l’AMA Superbike 2012 si delinea già sul confronto/rivincita tra Josh Hayes e Blake Young: 1 vittoria a testa, 58 punti a 55 in classifica con l’esperto pilota Yamaha a +3 grazie soltanto ai punti addizionali frutto della pole position (+1) ed il maggior numero di giri condotti in testa nelle due manche (+2). Tra poco più di un mese a Road Atlanta nuovo confronto, forse già l’ultima possibilità per gli avversari di rientrare nella lotta che vale il titolo più prestigioso del motociclismo americano.

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