18 Novembre 2017

MotoGP: nel 2018 Johann Zarco può diventare il pilota di punta Yamaha?

La YZR-M1 versione 2017 sembrava la grande ammalata ma nelle mani del francese va forte.

Ci risiamo con la storia del tridente. L’attacco a tre punte, i tre amigos, i tre bomber. Fuori strada. Completamente. Perché a Valencia, chiuse le serrande dei box, ferme le bocce, comincia a venire fuori la verità Yamaha. Che è fatta, come sempre in questi casi, di mezze verità sussurrate.

GERARCHIA – Cominciamo dalla fine, che è poi l’inizio di una storia che nel 2018 rischia di diventare potenzialmente imbarazzante. Rossi, rispondendo alla provocazione di un giornalista che gli sottolinea il fatto che Johann Zarco abbia definito la M1 2017 migliore della versione 2016, afferma: «buon per lui.» Appunto. Talmente valida che il francese la sostiene apertamente, in contrasto con le linee guida del duo Movistar-Yamaha Factory team. I tre tenori cominciano a steccare. Il problema è l’antitesi tecnica apparentemente inconciliabile tra le esigenze di Rossi, di Viñales e di Zarco. Alcuni commentatori più esperti di tecnica – a denti stretti – azzardano l’ipotesi che quello che è mancato alla M1 ufficiale in questa stagione sia stato proprio…Zarco. Perché l’ex campione del mondo della Moto2 è da sempre riconosciuto uno specialista della gestione “dolce” della manetta. La categoria intermedia non dispone dei sofisticati traction control disponibili nella top class, per cui tutto il lavoro si fa col polso destro, affinando la sensibilità.

VALENCIA, SPAIN - NOVEMBER 12:  Marc Marquez of Spain and Repsol Honda Team celebrates with Johann Zarco of France and Monster Yamaha Tech 3 (L)  at the end of the MotoGp race  during the Comunitat Valenciana Grand Prix - Moto GP  at Comunitat Valenciana Ricardo Tormo Circuit on November 12, 2017 in Valencia, Spain.  (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Johann Zarco complimenta Marc Marquez al termine del GP Valencia 2017

DOLCEZZA – Il francese è indiscutibilmente bravo a gestire il rapporto gas-pneumatici. Sin da quando è salito sulla M1 nel 2016 Zarco si era concentrato sulla gestione di gara coi pneumatici usurati, girando a lungo con gomme finite per affinare il controllo. Nicolas Goubert, l’ex numero 1 di Michelin in MotoGP, ha dichiarato alla vigilia del GP di Valencia di essere rimasto sorpreso da quanto Zarco riesca a gestire il controllo dell’acceleratore in maniera delicata. Questo lavoro di fino porta la gomma posteriore a consumarsi in maniera meno devastante rispetto ai compagni di marca. Soprattutto l’usura avviene in modo progressivo. Non a caso è stato l’unico ad azzardare la combinazione soft-soft durante l’ultimo GP della stagione.

MAESTRO – Abbiamo trovato illuminante un’intervista apparsa su paddock-gp.com in cui il giornalista chiede al pilota di Cannes se il fatto di trovarsi meglio rispetto agli altri due ufficiali con la M1 2017 sia dovuto a uno stile di guida simile a quello di Jorge Lorenzo, che ha contribuito a sviluppare la moto. La risposta è stata: «E ‘possibile. Io non ci avevo pensato. Ma quando guardo un video di Lorenzo che guida la Yamaha, penso che a volte sia stato incredibile, e significa che lui aveva capito in pieno come controllare la Yamaha. Possiamo includere anche Valentino e Maverick, perché anche loro hanno vinto gare e stabilito record sul giro. Ma Lorenzo è stato il migliore di tutti, e ciò significa che, quando ogni cosa gira nel verso giusto, possiamo essere molto veloci, e io cerco di raggiungere questo livello di guida.»

CONFUSIONE  – I recenti test di Valencia ci dicono che la situazione di Viñales è, a dir poco, confusa: il telaio 2016 risolve i problemi che hai riscontrato ultimamente? Sì, no, forse. Rossi è stato più chiaro: «il motore va bene, ma occorre lavorare su telaio, elettronica, consumo delle gomme.» Il punto di forza della Yamaha, la percorrenza in curva, rappresenta anche il tallone d’Achille della M1 2017. L’extra grip meccanico, che ai bei tempi Bridgestone garantiva un bonus, con le Michelin dal limitato range termico di funzionamento ottimale, sembra diventato piuttosto un malus. La Yamaha mastica la gomma. Piloti del calibro di Rossi e Viñales faticano ad arrivare in fondo alla corsa. Aggiungi che l’elettronica Yamaha sembra ancora da sviluppare e il mix diventa indigeribile. Tralasciando per un attimo le dichiarazioni di facciata, che vogliono armonia e concordia nelle decisioni, resta un senso di smarrimento.

INCERTEZZA – Viñales, dopo il primo giorno di test chiuso al comando, affermava: «abbiamo ritrovato il sorriso». Non passa neppure un giorno che alla sera muta radicalmente opinione, tanto da esprimere a Marca.com il proprio disappunto:«oggi abbiamo abbassato il livello e non capiamo il perché. Ci sono dei dubbi, molti dubbi. Soprattutto perché non siamo stati veloci come ieri mentre assistiamo al fatto che i rivali vadano più forte.» Chi sono questi rivali che fanno passi avanti? La tabella tempi dei test di Valencia mostra impietosa come immediatamente dietro alla coppia Honda-HRC ci sia il francese. Il quotidiano spagnolo ha riferito che Maverick, mentre mostrava la propria preoccupazione, avesse “la faccia seria”. Il catalano quindi è in palese difficoltà, anche per sua stessa ammissione.

ROSSI – Il #46 dimostra maggiore lucidità, ma l’analisi è comunque spietata: «non possiamo pensare di prendere il telaio 2016, metterlo sul motore 2018 e vincere il mondiale. Ci piace la nuova moto, ma bisogna lavorarci sopra. Ma io resto ottimista.» La sintesi a questo punto si fa bollente: Viñales non sa che pesci prendere; Rossi pilatescamente dà indicazioni e si augura che vengano recepite in casa Yamaha; Zarco ribalta il punto di vista affermando di sentirsi a proprio agio con la moto 2017, pronto a vincere. Anzi, ammette di essere arrivato a scoprire il limite della vecchia M1 e di aver appena iniziato a esplorare le potenzialità della (semi)nuova. Potrebbe pure sembrare una boutade, ma a precisa domanda se il suo capotecnico Guy Coulon fosse contento del risultato dei test, Johann ha risposto: «lui è più contento di me.» Ora, Guy Coulon per chi non lo conoscesse è lo storico una colonna di Tech3. È l’anima tecnica della squadra e ha visto passare tutti i migliori del mazzo. Compreso Andrea Dovizioso, di cui stimava capacità e talento. Soprattutto, Coulon ha potuto confrontare i dati di Zarco con quelli degli altri piloti Yamaha. Ufficiali e non. Se il pittoresco capomeccanico è contento, si vede che ha dei buoni motivi per esserlo. Buon per lui, o peggio per Movistar-Yamaha Factory ?

MotoGP: Andrea Dovizioso contro le ali Yamaha

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