20 Ottobre 2017

MotoGP: Il circo mediatico gira sempre tutto intorno al Re

Aprilia per la prima volta nella storia al comando della MotoGP? Dovizioso-Ducati in gioco per il titolo? No, sui media tiene banco sempre Rossi

Ho scritto un articolo che faceva autocritica. Lamentavo, in sostanza, che certo giornalismo nostrano si dedicasse troppo a ricercare il complotto a tutti i costi. Apriti cielo. Iraddiddio. Commenti polarizzati pro e contro Rossi, come se l’obiettività fosse un vizio, e non una virtù. Non puoi non schierarti.

AGENDA SETTING – Così mi sono concentrato su quel che accade in questi giorni caldi della MotoGP a Phillip Island. Scopro lettori scatenati sui social, paginate sui giornali, commentatori televisivi in fregola. Per Dovizioso che si gioca il mondiale? Per Petrucci che arriva gasato dopo il buon risultato del Giappone? Per Aprilia che centra il miglior tempo nelle FP2 di Phillip Island? No, siete fuori strada. Cosa farà Valentino Rossi è il vero oggetto della questione: tutti a disquisire se è a fine carriera, oppure se otterrà un piazzamento d’onore a Phillip Island, o ancora se il #46 sarà uno degli arbitri del campionato 2017. Ducati fa una moto straordinaria e noi ci attacchiamo al perché la M1 del campionissimo non vada. Come ai tempi infausti del binomio tutto italiano.

INSULTO – La colpa non è del vate, ma del mezzo. Le indicazioni le dà lui? Pazienza, ci sarà pur sempre un ingegnere che ha sbagliato i calcoli. Insomma, che la MotoGP sia rossicentrica non ci piove. Persino la stampa spagnola, che ha in Marc Marquez il fuoriclasse che andava cercando da tempo, spende molto inchiostro a presentare il catalano come l’anti-Rossi per definizione. Leggere Marca.com per credere. In una recente intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Carmelo Ezpeleta ha dichiarato: “Mi lascia perplesso che qualcuno mi chieda solo in base a una carta d’identità cosa succederà con Valentino. A uno a cui in Francia non basta finire secondo e cade per fare primo, e che poi vince in Olanda, noi chiediamo quando si ritira? Sento dire che gli ho offerto un team MotoGP, ma non ne abbiamo mai parlato, mi sembra quasi un insulto chiedere a uno tra i primi nel Mondiale quando si ritira”.  Chiara l’antifona, vero? Attorno a VR46 c’è un intero ecosistema di interessenze che non si chiamano solamente MotoGP, ma coinvolgono addirittura il business stesso di DORNA, dei media, dei poteri forti dello sport.

ASSASSINO SPECIALIZZATO – E non solo. Ho raccolto recentemente la confidenza di un collega, che mi ha detto testualmente: “L’anno scorso nella redazione di un quotidiano ho chiesto perché offrissero tanto spazio a Valentino Rossi e così poco a uno come Andrea Dovizioso, che secondo me meritava di ottenere più visibilità vista la progressione mostrata nel finale del 2016. La risposta è stata lapidaria: “con Valentino si vende, con Dovizioso si perde”.” Vale per tutti, e tutti contro Vale. Purché se ne parli. Vecchio adagio del giornalismo. Matt Oxley è uno che il campione di Tavullia lo conosce bene: oltre ad averlo seguito sin dall’inizio della carriera, ha scritto una delle migliori biografie in circolazione sul nove volte campione del mondo: “Valentino Rossi: Motogenius” è il titolo in inglese. Il cronista anglosassone, in un intervento sul suo blog afferma: “Non ho mai pensato che [Rossi] fosse mite e delicato…Non si arriva a essere il re dei re della classe regina senza essere avido (di vittorie), egocentrico, egoista e feroce, quando l’occasione lo richiede. Ignorate i sorrisi e le blandizie amichevoli. Questo aspetto è solo il ghigno allegro dell’assassino specializzato.” Proprio così. Assassino specializzato.

EPILOGO – Quel che mi ha colpito è però la chiusa dell’articolo di Oxley: “Nonostante i suoi seguaci fanatici lo trattino come una divinità che non può sbagliare, io resto ancora un fan di Rossi. Ma in fin dei conti sono anche un fan di Marquez perché ha lo stesso spirito combattivo che mi aveva conquistato prima con Rossi. Il personaggio di Lorenzo non mi ha mai veramente affascinato, ma quando lo vedo correre come sui binari, guardandolo galleggiare in curva ad angoli impossibili di piega…io sono in soggezione. Nessun altro guida così…più viene odiato dai fan, che si rifiutano di riconoscere la sua capacità, più mi piace. Così ora mi piacciono tutti. Mi piace guardare le corse di moto, apprezzare questi personaggi che vivono la loro vita in maniera estrema e ammirare lo svolgersi degli eventi drammatici e il caos che ne consegue, come se fosse una guerra senza armi. Non mi interessa chi vince; a cosa serve sperare di ottenere un risultato su cui non si ha alcun controllo diretto? Se volessi essere tribale, partigiano e ottusamente fedele abbandonerei le moto per seguire il calcio”

Insomma, se e quando Rossi si ritirerà sarà solo una sua decisione. Sappiamo solo che il rito di passaggio non sarà indolore perché avremo un prima e un dopo, neppure parlassimo di glaciazione. Ma finché abbiamo un hic et nunc, un qui ed ora, non sarebbe il caso di parlare un po’ di più di Aprilia?

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