8 Settembre 2018

Marco Lucchinelli: “I fischi a Marquez? Mi hanno stancato”

L'ex iridato della 500 racconta su La Gazzetta dello Sport com'è correre in casa. E cosa non vorrebbe sentire alla fine...

Marco Lucchinelli, 64 anni, ha vinto il Mondiale 500GP nel 1981 e in quell’epoca diventò un fenomeno mediatico trasversale. Spezzino d’origine ma imolese d’adozione, Lucky alla vigilia del GP San Marino a Misano ha raccontato su La Gazzetta dello Sport in edicola sabato 8 settembre com’era correre la gara di casa ai suoi tempi. E cosa si augura di non sentire alla fine. Ecco il suo intervento.

E’ strano, a pensarci, che mi ritrovi qui a raccontare l’atmosfera e le sensazioni che si provano a correre in casa — nella culla romagnola dei motori, poi — da pilota italiano. È strano perché io, quelle gare, le «sentivo» molto e dunque alla fine non mi venivano esattamente come avrei voluto… Se parliamo di risultati, negli anni che ho speso nel Motomondiale – dal 1976 al 1984 – tra Misano, Imola e il Mugello mi è andata bene una volta sola: il successo portato a casa sul Santerno nel 1981, la stagione in cui ho conquistato il titolo iridato.

BAGORDI  – Va detto che fino all’80, in sella a moto private, la domenica era dura, potevo mettermi in luce solo in prova. Dopo, quando sono diventato ufficiale Suzuki e poi Honda, ero messo molto meglio. Ma correre in Italia non era facile. Ero pronto a dare qualcosa in più, perché sapevo che la gente veniva in pista anche per me, e alla fine tendevo a esagerare. Soprattutto a Imola, che per me era proprio casa. Così a un certo punto ho deciso di tagliare la testa al toro e ho iniziato a festeggiare il sabato sera, sapendo che forse in corsa poteva andare male. Inseguivo una pole e poi i bagordi li facevo in anticipo, per non sbagliare…

TERRIBILI  500 GP  – Era un mondo differente, c’era meno televisione e non esistevano i social. I GP venivano organizzati dai Moto Club locali, la gente arrivava in circuito in un’altra maniera, dopo viaggi avventurosi e sacrifici, ci sentivamo in obbligo di dedicar loro del tempo e qualche soddisfazione. Arrivavano per vedere le moto da corsa di allora, la cosa più perfetta che ci fosse, quelle 500 sembravano venire da un altro pianeta. Sono meravigliose anche oggi, ma non così diverse dalle stradali se vogliamo. Allora no. Era davvero un altro motociclismo, anche se il pubblico italiano resta sempre molto caldo. A Misano ho girato anche di recente, preferivo quando la pista viaggiava nell’altro senso ma ora è questa e resta sempre una delle più belle in cui pilotare. Hai curvette e curvoni, quello in decelerazione è difficile e se cadi lì passi un brutto momento, per fortuna hanno creato abbondanti vie di fuga.

PRONOSTICO – Cosa prevedo per la gara delle MotoGP? La Ducati qui spinge e va molto forte, le libere di ieri l’hanno dimostrato. Dovizioso e Lorenzo saranno protagonisti. Però c’è anche la Honda: se Crutchlow è competitivo, come successo ieri, significa che Marquez lotterà per stare davanti. Anche perché il fenomeno spagnolo sarà carico, correndo da solo contro tutti: in Italia molti tifosi non vedono l’ora di fischiarlo, come purtroppo ho visto fare anche dopo la gara di F.1 a Monza contro Hamilton. Brutto gesto, mi ha stancato: preferirei non succedesse più.

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