12 Luglio 2017

Genesio Bevilacqua: “Sogno una Superbike senza Case e senza ingegneri”

Il proprietario del team Althea campione del Mondo 2011 non le manda a dire. Per riportare la categoria ai fasti di un tempo bisognerebbe che,...

In Superbike il team Althea non è una squadra privata  come tante.

Nel 2011, con l’appoggio diretto di Ducati,  ha vinto il titolo  con Carlos Checa, l’ultimo dei Mondiali finiti a Borgo Panigale. Adesso rappresenta BMW Motorrad, cioè uno dei marchi di maggior fascino (e potenzialità economica…) in pista.  Genesio Bevilacqua non è un proprietario di team come tanti. Ex pilota, imprenditore, collezionista di moto da corsa, scopritore di talenti: un vulcanico personaggio a tutto tondo, che conosce il motociclismo in profondità. Genesio parla spesso e volentieri dello stato di salute della Superbike. Ed è uno di quelli che ha molte soluzioni nel taschino, quasi tutte molto rivoluzionarie. Merita ascoltarlo, anche per chi è poco o per niente d’accordo con la sua visione.

Genesio, tu investi nel Mondiale Superbike da molti anni. Com’è cambiato il campionato?

“Bisogna tener conto di un lunghissimo periodo di crisi economica che di fatto ha fissato nuovi parametri per gli investimenti degli sponsor e delle case. Girano meno soldi,  questo ha certamente avuto effetti negativi più in Superbike che in MotoGP, avendo in generale la Superbike un minor appeal anche per mancanza di grandi nomi in termini di piloti.”

Veniamo al nocciolo della questione: perché Ducati e Kawasaki ufficiali fanno un campionato a parte?

“Kawasaki  si è presentata in questo campionato in maniera massiccia investendo quello che gli altri non possono.  Hanno anche dalla loro parte il miglior pilota attualmente in circolazione, Jonathan Rea.  Ducati invece, dopo l’abbandono ufficiale nel 2010 ed il successivo passaggio di Althea ad altri marchi, ha comunque avuto dalla sua parte una lungimiranza di marketing e conseguentemente ha avuto sempre facilità a reperire sponsor, vedi da qualche anno Aruba, che con i loro investimenti permettono a Ducati di continuare a sviluppare. Chaz Davies, oltre ad essere un ragazzo eccezionale, è anche un grandissimo pilota ed atleta.”

Se tu fossi il capo del Mondiale, come imposteresti il regolamento tecnico 2018?

“Credo che alla luce di quanto visto fino ad oggi si renda necessaria una formula rivoluzionaria che cambi il format attuale di 360°; più specificatamente imposterei il Campionato affidandolo ai Team e non alle Case. I team devono essere virtuosi e capaci di gestire sia le moto che i brand che rappresentano. Le moto debbono essere realmente come quelle comprate dal concessionario con i soli upgrade in termini di sicurezza:  maggiorazione freni e piccoli aggiustamenti delle sospensioni. Il resto deve essere puro spettacolo per attirare pubblico e sponsor.”

Carmelo Ezpeleta, gran capo Dorna, vuole una Superbike “di serie”: tu sei d’accordo? 

“Non solo sono d’accordo, ma sono stato il primo a suggerirglielo”.

Si parla elettronica uguale per tutti, ma già adesso c’è il price cup: perché così com’è adesso non funziona? 

“Una centralina unica in un contesto di regolamento di vere derivate di serie darebbe a tutti la possibilità di competere allo stesso livello,  così come accade oggi in MotoGP. Il price cup è stato solo un palliativo al quale nessuno è mai ricorso e le centraline sono gestita direttamente dalla Case “in versione aperta”, cioè solo i due ingegneri della Casa  conoscono tutte le strategie e le loro modificazioni. Anche se la Casa vendesse questo sistema, qualsiasi team privato non avrebbe comunque accesso a tutti i canali di strategia se non attraverso un  ingegnere  dedicato, ad un costo di circa 100.000 euro a stagione. E comunque non potrebbe dare gli input o modificare a suo piacimento la centralina stessa. Questo è quello che da sempre accade e che continuerà ad accadere in un contesto di regolamento impostato così com’è quello attuale.”

La Kawasaki ha offerto di fornire  a tutti i team (anche di altre marche!) la loro elettronica. Che ne pensi?

Sarebbe una presa in giro, una proposta che non sottoscriverei mai per nessuna ragione. Il motivo credo sia chiar: colui che costruisce la centralina ha anche le chiavi di accesso “miracolose” che gli altri non hanno e non avranno. La centralina deve essere unica,  ma sotto il controllo di Dorna”. 

Gli appassionati vedono la Superbike in crisi, ma per Dorna è un affare: il promoter incassa dai circuiti, dalle TV e dagli sponsor. Perchè Dorna dovrebbe cambiare rotta, se già ci guadagna (qui il bilancio 2015)?

“Perché se non si cambiasse rotta chi adesso fa lo show, cioè i team, gli sponsor che adesso partecipano al bilancio positivo dell’organizzatore,  potrebbero decidere di lasciare. Edi conseguenza far crollare tutto il sistema Superbike.”

Qual è il problema più grave di tutti, vista nell’ottica del gestore di un team? 

“Il problema più grave per i Team è dipendere dalle case. La Superbike deve essere affidata  all’autorità dei Team e non a quella dei Costruttori. Le Case a loro volta possono sostenere i Team virtuosi facendo un lavoro di co-affiancamento di marketing e promozione del prodotto di serie, favoriti dal regolamento più in versione Superstock. Fino ad oggi i sostenitori di una Superbike così tecnologica  sono stati gli ingegneri ed i dirigenti che girano il mondo in business o prima classe, alberghi a 5 stelle e tutte le facilitazioni possibili. Questi sì che sostengono un regolamento ambiguo dove è necessaria la loro presenza,  a mio avviso inutile. Io sostengo la causa per la loro cancellazione con il nuovo regolamento.”

I team come Althea hanno voce in capitolo su temi quali regolamenti e la lineeadi sviluppo del Mondiale?

Credo che per la visione futura si renda necessario anche per l’organizzatore ascoltare la voce di Team come Althea ed altri, perché questi sono quelli che hanno sostenuto il campionato con i propri mezzi e che hanno permesso il proseguo dello stesso anche in tempi di crisi.”

Torniamo alla pista: perchè il rapporto biennale con BMW è destinato a concludersi a fine 2017?

“Si concluderà nel 2017 il contratto nella forma attuale, ma BMW potrebbe essere ancora al nostro fianco nella nuova visione del Campionato con regolamento Superstock.”

Cos’è che non ha funzionato? La S1000RR a volte pare più competitiva di quanto non dicano i risultati…

“La S1000RR è una moto straordinaria e lo conferma il fatto che nel 2016 abbiamo vinto il Campionato Mondiale Superstock con Raffaele De Rosa. Nella versione Superbike si presentano le logiche di cui ho parlato ampiamente e che paradossalmente deviano in negativo il vero potenziale della moto. Torres è un ottimo pilota e a Misano poteva sfruttare la possibilità di partire in pole Position in gara 2. Ma ciò non basta.”

Con un talento come Davies, il pacchetto Althea-BMW sarebbe vincente?

“Mi piacerebbe vedere Davies a fianco di Torres con la moto in versione nuovo regolamento, sono sicuro che sarebbe una coppia che può puntare dritta al Mondiale!”

Avete appiedato Markus Reiterberger per problemi fisici ma nell’IDM ha fatto 4 su 4 e anche nell’Endurance è andato bene. 

“Non abbiamo appiedato Reiterberge: bisogna sfatare questa leggenda. Reiterberger si è ritirato di sua spontanea volontà. Certamente i suoi problemi fisici hanno accelerato questa sua decisione. Per quanto riguarda l’IDM sono contento che abbia vinto quattro gare su quattro ma anche Michele Pirro vinceva tutte le gare nel CIV (che è enormemente più competitivo come Campionato) ma poi venendo in Superbike si è dovuto accontentare del 7°- 8° posto superato anche da Baiocco a Jerez 2015. Ogni pilota deve avere la propria dimensione e vivere felice ed avere soddisfazioni.”

Il 2018 di Althea come sarà?

“Nel 2018 Althea ha già dichiarato le proprie intenzioni che sono subordinate al cambiamento radicale del regolamento”.

Nel 2011 vinceste il Mondiale: nella Superbike di oggi un’impresa del genere sarebbe irripetibile? 

“No. Ma se avessimo  una Kawasaki ufficiale potremmo stravincere…”

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