10 Ottobre 2018

Festival dello Sport: Ago torna sulla Morini 175 alla Trento-Bondone!

50 anni dopo Giacomo Agostini torna sulla strada dove tutto è cominciato. Ecco quando e come

A Trento sta per partire il Festival dello Sport, un’affascinante kermesse organizzata da La Gazzetta dello Sport che farà confluire in Trentino decine di stelle di epoche e discipline diverse. Il motociclismo sarà rappresentato al top, con Giacomo Agostini che giovedi alle 18:00 sarà ospite d’onore all’inaugurazione del Festival e venerdi alle 10 tornerà ad affrontare la mitica Trento-Bondone da cui prese il via, nel 1961, la sua fantastica carriera. Ago ha raccontato il debutto, e un’epoca ormai lontana, a Paolo Ianieri de La Gazzetta dello Sport. Ecco l’intervista. Brividi ed emozioni che durano da decenni, più vive che mai.

Giacomo Agostini alla Trento-Bondone

Giacomo Agostini alla Trento-Bondone

PRIMA VOLTA – Agostini ricorda: «Trento-Bondone 19 luglio 1961, la mia prima gara di velocità. Mi ero presentato assieme al mio amico Vincenzo Pagnoni, con la Giulietta T che avevamo fregato a papà Aurelio. Io avevo la Sprint, potevo attaccarci un carrello per trainare la moto? Sui sedili posteriori, una borsa con dentro le bustine di idrolitina per fare l’acqua minerale, un sacchetto di pane e le cotolette cucinate dalla nonna. Avevo un Morini Settebello 175 privato, con il bauletto per i ferri, i cerchi di serie, come i freni, anziché gli Oldani che usavano praticamente tutti. Quando Walter Scagliarini, che qualche tempo dopo diventò mio meccanico, mi vide, mi domandò: “Ma cosa ci fai con questa moto?”. Ma eravamo pronti: avevo 19 anni, sognavo, ma non sapevo cosa avrei potuto fare».

SECONDO –  Lo scoprì subito, Agostini, di cosa era capace: 2° alle spalle di Attilio Damiani, lo «Scoiattolo della montagna», come era chiamato. «Quella gara fu come la luce, mi convinse che avrei davvero potuto farcela.. E anche mio papà, che era sempre stato contrario, capì che forse non ero poi quel pazzo che pensava e che avevo stoffa: negli anni venne spesso a vedermi correre, ma sempre di nascosto, senza neanche chiedere i biglietti. Non voleva che a vederlo mi emozionassi, così come si emozionava lui. Comunque, dopo quel secondo posto spesi oltre 30 mila lire per rendere un po’ meno privato il mio Morini: cerchi e freni da gara e via anche il bauletto».

VITTORIA –  Secondo nel 1961, primo l’anno dopo, prima vittoria assoluta per Agostini sempre con un Settebello, però ufficiale, e ancora primo l’anno dopo, quando il 28 luglio percorse i 17,3 km che da Montevideo portavano al Vason in 13’39”, precedendo di 6” ancora Damiani con il Morini Rebello: un record destinato a durare fino al 1973, quando Franco Carloni su una Suzuki 500 lo portò a 13’31”3. «Il Bondone era una salita impegnativa, lunga, difficile, con curve di tutti i tipi. Il primo anno arrivai senza conoscerla e per conquistare quel secondo posto dovetti prendere qualche rischio, ma ogni volta che tornavo la sentivo sempre più mia, tanto che nelle ultime partecipazioni feci una strage». Erano anni in cui i piloti correvano ogni domenica e ovunque: «Non è che eravamo più coraggiosi dei piloti di oggisemplicemente o correvamo o non mangiavamo la minestra».

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