18 Novembre 2017

51° Macau GP: Immagini collaterali

Ecco perchè abbiamo pubblicato il video brutale dello schianto di Daniel Hegarty.

Malcolm Browne. Chi era costui? Un fotoreporter. Anzi, di più. Un fotogiornalista che vinse il premio Pulitzer . Con cosa? Con un articolo corredato di fotografia che mostrava un monaco buddista che decise di immolarsi col fuoco, per protestare contro la guerra del Viet-Nam.

PREMESSA – Lo scatto è lì, a disposizione di tutti, dopo 54 anni. Quando chiesero a Browne se non avesse avuto rimorsi a mostrare il bonzo nel momento del sacrificio estremo piuttosto che tentare di salvarlo, lui rispose: «per un secondo la stessa domanda me la sono posta anch’io. Poi ho deciso che se lo avessi salvato, lui ci avrebbe riprovato il giorno dopo. O quello dopo ancora. Così ho preso la macchina fotografica e ho scattato. Se è una cosa terribile, chiedete? Sì forse, ma la guerra in sé è terribile. E io sono un giornalista.» Cosa c’entra con un online di informazione motociclistica, direte voi? Niente. A prima vista.

NOTIZIE  – Torniamo a Malcolm Browne, quindi torniamo a noi. Corsedimoto.com ha i diritti per la diretta streaming e per la TV del Macau GP. Non abbiamo l’esclusiva delle road races. Nè ci occupiamo, come altri, solo di gare su strada. Siamo un online di motorsport. Siamo giornalisti. A chi rispondiamo? A dar retta ai fan, a seconda dei casi, una volta a questo, una volta a quello, una volta a nessuno. Se invece date retta a noi ve lo diciamo con onestà: rispondiamo alle notizie. Abbiamo mostrato un video dell’incidente avvenuto al sesto giro del GP di Macau. Vero. Abbiamo speculato sulla tragedia? Falso. Il broadcast ha indugiato abbastanza a lungo sul pilota esanime a terra, senza casco. Noi abbiamo evitato questo, mostrando solo le immagini dell’impatto. Abbiamo riportato i fatti. Abbiamo omesso nell’immediato il nome del protagonista per lasciare il giusto riserbo, perché riteniamo che il dolore sia un fatto privato. Non abbiamo nascosto niente perché crediamo che i giornalisti debbano riportare le notizie. I fan le commentano.

FASCINO – Chi ci accusa di speculare sulla morte sta sbagliando: consideriamo la vita un fatto serio, proprio perché conosciamo i piloti, le loro storie, in molti casi le loro famiglie. Chi punta il dito contro i giornalisti, magari dovrebbe chiedersi il perché i turisti si fanno così tanti selfies sui guard rails di Guia, oppure perchè nel sito internet ufficiale del Man TT c’è scritto: «average lap speeds of 130mph-plus. On a motorcycle. Between dry-stone walls and postcard-pretty cottages. Just go.» Non la traduciamo. L’elogio della follia? No. Una corsa di moto tra le più iconiche del mondo. Senza dubbio. Buona parte dell’economia dell’Isola vive di Tourist Trophy. Chi fa finta di scandalizzarsi, o è un ipocrita, oppure è in malafede. Non vi piacciono le road races? Allora lamentatevi con chi le organizza. Non volete che se ne parli? Allora smettiamo di leggere i giornali.

ADRENALINA – Non più tardi di una settimana fa il russo Valery Rozov, vera leggenda della specialità, è morto durante un lancio himalayano con la tuta alare. Era una leggenda. La stampa nazionale ha ripreso la notizia pubblicando l’ultimo volo del fenomeno. Nessuno ha gridato allo sciacallaggio mediatico. Rozov era un professionista che ha scelto di fare un mestiere ad alto rischio. Viveva di adrenalina, è morto di adrenalina. Cosa avrebbero dovuto fare i quotidiani? Due righe in cronaca e buonanotte ? Hanno riportato la notizia con video annesso. Il problema di fare la morale di gomma è che vale per tutti, tranne che per chi la fa.

VIDEO Le drammatiche immagini dell’incidente di Hegarty

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6 commenti

  1. Mike777 ha detto:

    Ecco perché siete in cattiva fede e tutte le argomentazioni di questo articolo crollano in un decimo di secondo.
    Ho voluto vedere il video direttamente dal vostro sito.
    Prima però è partita la pubblicità.
    GAME OVER. E ti saluto “non vogliamo speculare sulla morte”