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Jonathan Rea Magny Cours 2018>

30 Settembre - Paolo Gozzi

Jonathan Rea, il “non carismatico”: all’epoca d’oro sarebbe diventato dio

Jonathan Rea si è seduto al tavolo del poker, in mezzo alla pista, e ha calato quattro assi: 2015, 2016, 2017 e 2017.Bella scenetta, degna del Valentino Rossi dei tempi d’oro. Il colpo da maestro è stato avere accanto tre sosia come a dire: mancando avversari,  me la gioco da solo. Quel tavolo con quattro Rea è la fotografia perfetta di quest’epoca Superbike: un pilota corre e gli altri arrancano. Il pilota più vincente della storia Superbike, meglio anche di King Carl Fogarty, in questo trionfale 2018 ha beffato soprattutto chi in pista non c’era: gli estensori del regolamento, o con chi lo definisce “bravo ma poco carismatico”. (Qui cronaca e classifica di gara 1qui cronaca e classifica di gara 2

REA vs PROMOTER – In pratica Jonathan Rea ha zittito  gli organizzatori della Superbike. Dopo il tris pensavano che bastasse azzoppare la Kawasaki, togliendole 1100 giri e oltre 20 cavalli, per riportare il 31enne nordirlandese sulla terra. Ma si sbagliavano, Con le regole 2018 le ZX-10RR sono tornate nei ranghi, anche quella ufficiale di Tom Sykes, per non parlare delle “satellite” scomparse dai radar. Ma quella di Rea ha continuato a volare, anzi di più. “Sul dritto ci è mancata spesso velocità (nella prima partedi campionato, ndr) ma adesso, con la coppia molto più dolce, la Kawasaki è più guidabile sui tracciati guidati come Magny Cours.” Il progresso è stato formibabile: rispetto al 2016, l’ultima gara Rea sull’asciutto, nell’anticipo di sabato ha guadagnato 16 secondi. Un’eternità. Neutralizzata anche la norma “salvashow” che impone la retrocessione del vincitore di gara 1 in terza fila: Jonathan ha vinto 4 gare su 10 scattando da metà schieramento. Fategli un baffo…

CARISMA – “Jonathan Rea è un pilota veloce, ma non ha molto carisma”. Non l’ha detto uno qualunque, ma Gregorio Lavilla, direttore sportivo del Mondiale. Un uomo Dorna, per altro ex pilota. Non si era mai visto un promoter parlare in questi termini del pilota che domina la scena del proprio campionato da anni. E’ come se Liberty Media, gestore della F1, sostenesse che Lewis Hamilton “non è divertente”, oppure come se gli organizzatori della serie A di calcio dicessero “La Juve è vincente, ma antipatica”. Capite da soli l’assurdità, ma almeno fosse vero. Jonathan Rea il carisma ce l’ha, eccome. Chiedetelo agli avversari, ve lo spiegano loro cosa significa. Magari a Tom Sykes, che da quando Jonathan è approdato nello stesso box non ci ha più messo mano. Nella gara decisiva, ieri, Rea lo ha superato al curvone come fosse fermo. Un sorpasso da campionissimo, ennesima schiaffo per un “compagno” che ha detestato fin dal primo momento.

PERSONAGGIO –  Jonathan non è comunicativo? Sbagliato. Per i telespettatori della BBC, l’inverno scorso, Rea è il secondo sportivo più apprezzato del Regno Unito. Davanti, tanto per dire, a Lewis Hamilton, il Cannibale della F1, una serie che ha una visibilità globale cento volte superiore ad una Superbike che in questa epoca è comunicata malissimo, da chi dovrebbe. Altro che mancanza di carisma: se Rea ci fosse stato all’epoca d’oro, quella di Fogarty e Bayliss, sarebbe diventanto un dio.

Superbike Magny Cours: Cronaca e classifica Gara 1

Superbike Magny Cours: Cronaca e classifica Gara 2

Foto: Diego De Col